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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Il Lago "rosso" di Tovel: la leggenda al vaglio della scienza

Giovanna Flaim, ricercatrice della Fondazione Mach, si occupa dello studio della Tovellia, un'alga la cui concentrazione nelle acque del lago è responsabile della caratteristica colorazione porpora. Il rossore dipende dalla presenza di nutrienti organici provenienti dalle malghe e dalla temperatura dell'acqua

La fotografia che vedete risale agli anni '60, l'ultimo periodo in cui si è verificato il caratteristico arrossamento dello specchio d'acqua. Situato nel settore settentrionale del Gruppo Brenta, il Lago di Tovel è uno dei gioielli naturalistici del Parco Naturale Adamello – Brenta .

Era famoso per un particolare fenomeno di arrossamento delle acque che si ripeteva ogni estate. Oggi questo spettacolo non si verifica più, ma la leggenda del lago rosso non smette di affascinare.

Ogni mese un gruppo di ricercatori della Fondazione Edmund Mach, guidato da Giovanna Flaim, si reca sulle sponde del lago per eseguire dei rilievi che riguardano la fisica, la chimica e la biologia dell`acqua. L'abbiamo intervistata.

Quali sono le cause principali del caratteristico arrossamento del Lago di Tovel?

L’arrossamento di Tovel era causato da una fioritura algale. Generalmente le fioriture algali sono causate in primis da un eccesso di nutrienti presenti nell’acqua e secondariamente da condizioni ambientali particolari. Queste condizioni potrebbero essere: l’acqua ad una certa temperatura, acque calme, una brezza che ammassa le alghe in un posto, etc. Per aver una fioritura alga servono entrambi – i nutrienti e le condizioni ambientali.

L’arrossamento del Lago di Tovel è attribuito all’alga Tovellia sanguinea. Si ritiene che la sua fioritura sia stata dovuta ad un eccesso di nutrienti provenienti dalle maghe soprastante il lago che scaricavano in rio Santa Maria Flavona che dopo un passaggio sotterraneo finivano nella Baia Rossa.

Da quanto tempo e perché il lago non assume la caratteristica colorazione?

L’ultimo forte arrossamento del lago è dell’estate 1964, con qualche lieve accenno negli anni 1965, 1967, 1977 e 1982. Va ricordato che il fenomeno dell’arrossamento non era visto tutti gli anni, ma solamente nelle estati calde e secche. L’alga, sempre presente, non fa fioriture da molti anni perché la gestione delle malghe sopra il lago è cambiata.

Un’approfondita analisi dei documenti archivistici presenti in Trentino, condotta nell’ambito del progetto SALTO (2002-2005; Studio sull’Arrosamento del Lago di Tovel: finanziato dalla Provincia Autonoma di Trento) non ha trovato documenti sul fenomeno dell’arrossamento precedente a quella lasciataci dall’esploratore inglese Freshfield. Il lago di Tovel viene menzionato in molti testi a partire dal ‘500, ma senza nessun accenno alla colorazione rossa. La prima documentazione scritta di una fioritura rossa è dell’estate 1864 nel libro di Freshfield (1875). Negli Archivi di Stato è stato trovato un documento del 1845 nel quale i comuni di Flavon, Terres e Cunevo chiesero alle autorità di Cles il permesso di costruire un acquedotto per la pulizia delle stalle della malga Flavona.

Il condotto avrebbe scaricato le acque nere nel Torrente Tresenga (rio Santa Maria Flavona). Pochi anni dopo troviamo la prima menzione del rosso (articolo Franceschini). A cominciare dagli anni ’60, il carico globale di animali presenti sulle maghe ha subito una modesta riduzione quantitativa, ma una significativa variazione nella tipologia degli animali alpeggiati e nelle modalità di gestione. Negli anni in cui si avevano le fioriture algali, un gruppo significativo di animali (vacche in lattazione) si alimentava sui pascoli e rientrava per lunghi periodi in due grandi stalle presso le quali si concentravano grosse quantità di deiezioni; le deiezioni venivano in parte smaltite sui prati prossimi alle malghe, in parte scaricate direttamente nei corsi d’acqua che, dopo un percorso sotterraneo, raggiungevano il lago nella Baia Rossa o nelle zone immediatamente adiacenti.

Dalla metà degli anni ’60 del secolo scorso le vacche da latte alpeggiate sulle malghe sono state gradualmente sostituite da animali giovani che rimanevano permanentemente dispersi sui pascoli anche durante le ore notturne. Apporti di nutrienti capaci di garantire un sufficiente aumento di concentrazione nelle acque possono essere ragionevolmente attribuiti al carico di bestiame che soggiornava a monte del lago nel periodo estivo.Riassumendo l’inizio (circa 1864) e la fine (1964) della fioritura algale è attribuibile alla gestione delle malghe e la presenza di nutrienti. Va ricordato che anche durante questo periodo, nelle estati fredde e piovose, la fioritura non avveniva.

A quando risalgono i primi studi sul fenomeno dell'arrossamento, quali risultati sono emersi?

Dopo la prima segnalazione di Freshfield, ci sono state a cascata diverse menzioni con attribuzioni della fioritura a cause varie. Solo nel 1907, il naturalista solandro Vittorio Largaioli ha correttamente identificato che la causa dell’arrossamento era un’alga, che lui ha identificato come Glenodinium  pulvisculus. Il fenomeno dell’arrossamento delle acque era così eccezionale che già verso la fine degli anni ’30 è stato incaricato il più illustre idrobiologo italiano dell’epoca di indagare sul fenomeno. Il professor Edgardo Baldi, direttore dell’Istituto Italiano d’Idrobiologia di Pallanza, condusse pertanto diverse campagne di studio sul lago nel periodo 1937-1941. Fino al progetto SALTO gran parte delle conoscenze sulla dinamica delle fioriture si poteva sostanzialmente ricondurre ai suoi lavori. Nel frattempo il botanico dell’Università di Padova prof. Vittorio Marchesoni riclassificò l’alga come Glenodinium sanguineum. Dopo il 1964 ci sono stati condotti diversi studi da vari Enti che però non hanno chiarito il perché della sparizione dell’arrossamento.

Con il progetto si sono chiarite alcune cose: innanzitutto la corretta posizione tassonomica dell’alga, che oggi è classificata come Tovellia sanguinea; poi che l’inizio e la fine dell’arrossamento erano strettamente collegati alla gestione delle malghe. Infine si è capito che, nonostante la modesta altitudine, Tovel è un lago così spettacolare, con le sue trasparenti e fredde acque, perché ha un’idrologia molto particolare.


Che tipo di studi ha condotto negli ultimi mesi sul lago? Con che team?
Il lago di Tovel è un sito europeo di ricerca ecologica a lungo termine (LTER- IT09-005-A) (https://data.lter-europe.net/deims/) e fa parte della rete internazionale GLEON (Global Lakes Ecological Observatory Network – www.gleon.org). L’appartenenza a queste organizzazioni ci permette di essere sempre aggiornati professionalmente e di poter partecipare a scambi scientifici sia di ricercatori sia di studenti.

Le nostre ricerche sono concentrate sul plancton, quei piccoli organismi vegetali e animali che stanno alla base della vita del lago. In particolare studiamo le strategie utilizzate dal plancton per sopravvivere in un ambiente freddo e povero di nutrienti come Tovel. Ogni mese eseguiamo in centro lago e nella Baia Rossa dei rilievi che riguardano la fisica, la chimica e la biologia dell`acqua. In più, abbiamo allestito una piccola piattaforma in centro lago per il rilievo in continuo di dati ad alta frequenza sulla temperatura, l’ossigeno e la luce. La piattaforma di Tovel è una dei pochi al mondo attiva anche durante l’inverno. La possibilità di avere dati in continuo ci offre una nuova visione sull`ecosistema Tovel, molto più dinamica e interattiva, un po’ come il salto dal telefono fisso al smartphone! Inoltre, la combinazione tra dati a lungo termine e dati ad alta frequenza ci mette nella posizione ideale per partecipare a delle collaborazioni scientifiche.

Tutti sanno che il mondo sta cambiando rapidamente e recenti studi indicano che le Alpi saranno particolarmente influenzate dai cambiamenti climatici. Le previsioni dicono che ci sarà una drastica diminuzione della neve alle medie altitudini. Questo avrà degli effetti molto marcati su tutto il sistema idrico delle nostre montagne e valli. Il lago di Tovel che dipende dalla neve del gruppo Brenta, risentirà di questi cambiamenti e le nostre ricerche saranno molto utili a capire come il cambiamento climatico influenzerà non solo Tovel, ma i laghi dell’arco alpino. Ricordiamo che le Alpi sono la principale riserva d’acqua per l’Europa.

Il team Tovel è composto da Ulrike Obertegger e Giovanna Flaim per la parte prelievi, analisi fisici e biologi, assieme al nostro tecnico di fiducia Lorena Ress, mentre le analisi chimiche vengono svolte da Leonardo Cerasino con i tecnici Milva Tarter e Andrea Zampedri. La stazione meteorologica (attiva dal 1977) è seguita dal gruppo GIS della FEM.

Quali specie di alghe sono presenti sul lago e in quale misura?

Ci sono centinaia di specie di alghe presenti nel lago. Le più comuni sono le diatomee e le flagellate, fra cui la Tovellia sanguinea.  La quantità di alghe presente dipende molto dall’annata e dalla stagione. Per esempio, nella Baia Rossa nell’estate fredda e piovosa del 2014 erano presenti meno di 100 cellule di Tovellia per ogni litro d’acqua. L’anno dopo, nel caldo e asciutto 2015 le cellule erano più di 4000 per ogni litro d’acqua. A parte l’interessantissima Tovellia, esistono altre alghe molto particolari chiamate psicrofiliche (amanti del freddo). Queste alghe hanno specifici acidi grassi che permettono una crescita ottimale anche a temperature di 2-4°C.


Esiste la possibilità di fare tornare rossa una parte del lago?

Tutto è possibile, ma riteniamo che manipolare un ecosistema così delicato come Tovel è molto rischioso. Una volta che i nutrienti arrivano nelle acque non ci sono garanzie che fiorisca solo la Tovellia.  Meglio evitare qualche brutta sorpresa e goderci questo bellissimo lago così com’è!


Esistono casi simili a quello del Lago di Tovel dentro e fuori l'arco alpino?

Casi simili (fioritura della stessa alga, Tovellia sanguinea) sono stati documentati in un laghetto svizzero nel 2003 (Alpensee) e più volte in un laghetto svedese (fioritura di un’alga cugina, Tovellia coronata). Da noi, la Tovellia sanguinea è stata trovata nel Lago di Campo (Val Daone) e nel Laghetto di Colbricon (Passo Rolle), dove però non trova le condizioni per produrre una fioritura.

Vogliamo ricordare che la FEM e le reti LTER e GLEON hanno la comune missione di educare una nuova generazione di ricercatori. Noi contribuiamo offrendo la possibilità di svolgere tirocini e tesi (laurea 1° e 2° livello) per studenti come potete vedere nella pagina pubblicazione del nostro sito.  Infine, si può ammirare il lago in ogni momento tramite il nostro sito dedicato: https://lter-tovel.fmach.it. Cliccando sulla parola WEBCAM si vedono i principali dati meteorologici e cliccando sull’immagine si vede l’ultima foto ripresa. Ringraziamo la Cassa Rurale di Tuenno Val di Non per la webcam; oltre a offrire una foto in qualsiasi momento, la webcam serve anche per verificare l’inizio e la fine della copertura di ghiaccio, un’importante indice climatico.

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