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Ecco il rarissimo gatto dorato, fotografato dai ricercatori del Muse in Tanzania

Grazie ad un progetto del Muse 65 fototrappole hanno scattato oltre 6000 immagini

Un animale tanto bello quanto raro. Abita nelle foreste tropicali dell'Africa. In Tanzania è stato fotografato per la prima volta, dai ricercatori del Muse di Trento. Il rarissimo gatto dorato è apparso nelle foto-trappole posizionate per la ricerca condotta per approfondire lo stato della biodiversità di una specifica foresta pluviale, situata nell’angolo nord-occidentale della Tanzania, vicino al confine con l’Uganda.

Lo studio sullo stato della biodiversità della Riserva Naturale Minziro è stato affidato alla Sezione di Biodiversità Tropicale del MUSE e condotto in collaborazione con vari partner locali e internazionali del museo nell’area. Tra questi, il Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze, dove sono attualmente in corso le analisi dei dati.

l gatto dorato, Caracal aurata, è un felino di medie dimensioni, con i maschi che raggiungono i 14 kg di peso e il metro e 30 di lunghezza, coda inclusa. Il nome tradisce il colore del manto, che è tuttavia estremamente variabile, dall’arancione intenso al tipicamente “dorato”, al grigio, al marrone scuro e perfino al nero di individui melanici. Agile cacciatore di appostamento, è specializzato per la caccia di piccole antilopi e varie altre prede nelle dense foreste Afro-tropicali.

La sua distribuzione è centrata nel bacino del Congo, ma alcune popolazioni si trovano lungo le coste dell’Africa occidentale mentre altre sconfinano in Africa orientale. Qui è presente in Uganda, mentre per il Kenya mancano dati certi da oltre 70 anni, nonostante le molte segnalazioni non confermate. In Tanzania non era mai stato segnalato. La caccia e la distruzione dell’habitat l’hanno estinto da molte aree e, dove rimane, è estremamente elusivo, tanto da meritarsi la fama di felino più sconosciuto del continente.

Grazie all’installazione, nell’autunno 2018, di 65 foto-trappole da parte del team di ricercatori coordinati da Francesco Rovero, collaboratore del MUSE e ricercatore dell’Università di Firenze, sono stati fotografati diversi individui in più aree. Il primo risultato arriva dall'analisi di una quantità di immagini impressionante: "Stiamo finendo di analizzare i dati complessivi, quasi 6000 immagini che ritraggono nel complesso più di 25 specie di mammiferi, ma sicuramente questo primo risultato servirà a spingere verso una maggiore protezione della foresta - spiega Rovero -. Quando abbiamo recuperato le prime foto-trappole e ci siamo trovati nello schermo del PC le foto di un inconfondibile gatto arancione siamo rimasti molto sorpresi. Pur essendo formalmente una riserva la zona è pesantemente minacciata da caccia, allevamento, prelievo di legname e perfino dalla futura costruzione di un oleodotto.”

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