rotate-mobile
Ambiente

Rinnovabili, in Trentino adesso è più semplice installare gli impianti

Sono in vigore le norme approvate dal Consiglio provinciale: gli impianti fotovoltaici diventano opere libere. Tonina: “Una risposta alla crisi energetica e per la sostenibilità”

Da mercoledì 4 maggio in Trentino sono in vigore le nuove norme che permettono in installare con più facilità impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. La legge è stata voluta dall’assessore provinciale all’Ambiente nonché vicepresidente Mario Tonina e approvata martedì 26 aprile dal Consiglio provinciale di Trento con 26 sì e un solo astenuto (Alex Marini, del movimento cinquestelle).

“Così - afferma il vicepresidente della Giunta - diamo una risposta in questo momento di crisi energetica e in coerenza con gli obiettivi di decarbonizzazione contenuti nel Piano energetico ambientale provinciale 2021-2030”, che prevede di aumentare la produzione di energia rinnovabile del 13,4 per cento entro il 2030.

“La grande potenza di fuoco delle centrali idroelettriche affidate a una guida a partecipazione pubblica attraverso Dolomiti energia - prosegue Tonina - non è sufficiente per rispondere a un momento particolarmente critico, aggravato dalla mancanza di strategia energetica a livello nazionale e sulla quale il governo Draghi sta cercando di recuperare il tempo perso”.

Cosa cambia

La nuova legge - che riguarda tutte le fonti energetiche rinnovabili ad eccezione dell’idroelettrico - è formata da 11 articoli e 4 tabelle allegate e definisce diversi regimi autorizzatori a seconda delle taglie degli impianti da installare.

Nel concreto, gli impianti solari termici e fotovoltaici sulle coperture degli edifici, indipendentemente dalla taglia, e quelli installati a terra nelle pertinenze degli edifici fino a 50 chilowatt di potenza, vengono ora classificati come opere libere. Sarà quindi sufficiente una comunicazione al Comune di riferimento.

Per i grandi impianti (ad esempio oltre i 50 chilowatt per il fotovoltaico posizionato a terra o 200 per la biomassa) sarà necessaria l’autorizzazione integrata per l’energia (Aie) da richiedere all’agenzia provinciale per le risorse idriche e l’energia, che prevede una conferenza di servizi alla quale partecipano le strutture interessate e il Comune competente. In questo caso il procedimento dovrà concludersi entro 90 giorni. L’autorizzazione ha valore di pubblica utilità e variante urbanistica dove necessario.

Per gli impianti sotto le soglie previste in legge è invece istituita la procedura abilitativa semplice (Pas): si consegna il progetto in Comune e, se in 30 giorni non viene espresso parere negativo, si possono iniziare i lavori. Anche qui sarà l’amministrazione ad acquisire in una conferenza di servizi tutti i pareri necessari. Impianti più piccoli prevedono la semplice comunicazione di inizio lavori (Cila) o la comunicazione al Comune.

Come funzionerà nei centri storici

Nei centri storici si dovrà rispettare l’inclinazione del tetto e posizionare gli impianti a terra solo se non ci sono alternative e nel rispetto delle norme di sicurezza. Se per ospitare i pannelli fossero necessarie strutture portanti a copertura di costruzioni esistenti, potranno essere realizzate con permesso di costruire ma non incideranno sulla superficie utile netta (Sun) e non saranno soggette a contributo di costruzione.

Infine, la legge individua altre aree idonee all’installazione dei grandi impianti energetici: aree industriali e commerciali, discariche e aree per impianti infrastrutturali, cave dismesse, aree da bonificare, parcheggi, aree di servizio per la mobilità e strade esistenti. In queste zone già paesaggisticamente compromesse, sarà più semplice installare gli impianti: l’iter è ridotto di un terzo e non occorrerà l'autorizzazione paesaggistica.

“In questo modo - spiega Tonina - invece di creare consumo di suolo, gli impianti potranno contribuire a riqualificare aree già compromesse dal punto di vista paesaggistico”.

In arrivo un bando su impianti fotovoltaici e teleriscaldamento a biomassa

Oltre alla nuova legge ci sono anche le detrazioni fiscali, sia a favore dei privati sia delle imprese: 50 per cento per le famiglie (con possibilità di acquisto del credito da parte dei fornitori, in modo che la spesa risulti di fatto dimezzata) e 6 per cento per le imprese.

Per queste ultime, grazie ai Fondi europei di sviluppo regionale (Fesr), la Provincia destinerà 20 milioni di euro con bandi di prossima uscita tra maggio e giugno e percentuali di contribuzione pari al 30 per cento della spesa ammessa per la realizzazione di impianti fotovoltaici e il completamento delle reti di teleriscaldamento a biomassa.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Rinnovabili, in Trentino adesso è più semplice installare gli impianti

TrentoToday è in caricamento