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"Imprenditori delle fonti rinnovabili a rischio per una direttiva europea"

E' il destino che li attende in base al decreto che recepisce una direttiva Ue che impone, quale requisito per poter effettuare installazioni, percorsi di qualificazione professionale per i responsabili tecnici delle aziende

Dal 1 agosto 2013 potrebbero trovarsi senza lavoro buona parte delle 1500 imprese di installazione di impianti che operano nel settore dell'energia da fonti rinnovabili: fotovoltaico, biomasse, solare termico, pompe di calore e geotermia. E' il destino che li attende in base al decreto legislativo 28/11 che recepisce una direttiva europea e che impone, quale requisito per poter effettuare interventi di installazione nel settore delle rinnovabili, percorsi di qualificazione professionale per i responsabili tecnici delle aziende (titolari e dipendenti). L'allarme è dell'Associazione artigiani del Trentino, che in una nota affermano che "Si tratta di una disposizione assurda, inaccettabile e discriminatoria che impedisce di lavorare a migliaia di imprenditori che da anni svolgono con competenza la propria attività".

Ma, mentre per i laureati e i diplomati agli istituti tecnici la legge non prevede obblighi di formazione, e per i diplomati di scuola professionale impone un corso di 80 ore, non c'è alcun riferimento a titolari e dipendenti in possesso del titolo di studio della scuola dell'obbligo e dell'esperienza maturata in anni di lavoro. "Soprattutto in questo momento di crisi — si aggiunge — una norma come questa si abbatte come una mannaia sulle imprese e sui lavoratori del settore installazione impianti. Tutto il contrario di quanto servirebbe sia per favorire l'occupazione sia per contribuire a sviluppare il settore delle energie rinnovabili".

Confartigianato Impianti è intervenuta presso il Ministero dello Sviluppo Economico per sollecitare la modifica della legge che presenta profili di incostituzionalità poichè crea una barriera ingiustificata all'attività imprenditoriale, finendo per estromettere dal mercato migliaia di aziende. Chiediamo che nel decreto legislativo vengano salvaguardati i diritti acquisiti (previsti dal Decreto Ministeriale 37/08) degli installatori di impianti, non laureati o diplomati , che operano da anni sul mercato. Sono pronte iniziative per far sentire la voce in tutte le sedi istituzionali per difendere il diritto degli imprenditori a lavorare.

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