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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Riaprire la discarica di Sardagna? Il paese dice 'no': protesta in piazza Dante

Il documento del Comitato è appoggiato anche dalla Circoscrizione, praticamente tutti gli abitati del paese hanno firmato la petizione. La discarica fu chiusa con l'inchiesta del 2009, poi la situazione fu sostanzialmente "sanata"

Protesta davanti al Consiglio proviciale per dire 'no' alla riapertura della discarica di Sardagna. L'ipotesi che la discarica di inerti, già sequestrata dopo l'inchiesta del 2009, possa riaprire i battenti si aggira come uno spettro nel paese. 

Rabbia e paura hanno spinto gli abitanti a firmare in blocco la petizione, consegnata all'Amministrazione provinciale. Quasi 500 firme, ovvero quasi tutti gli abitanti maggiorenni del sobborgo collinare di Trento. Come abbiamo già scritto (clicca qui) nel 2011 venne disposto il dissequestro, sostanzialmente senza che nulla cambiasse. 

La bonifica alla quale era obbligata la società che gestisce l'impianto, realizzato nell'ex cava, non mai stata eseguita. La legge di bilancio provinciale del 2011 sostanzialmente ha "sanato" la situazione, senza però dare l'ok ad una riapertira. Insomma: il materiale oggetto dell'inchiesta è ancora lì, in attesa di una bonifica che non ci sarà mai.

Legittimo, quindi, da parte della Sativa, la società che gestisce la discarica, chiedere di poter riprendere le attività. Legittima pure l'indignazione di quanti, non solo residenti, non dimenticano quell'inchiesta che portò alla luce una brutta pagina per la storia recente del Tretino. 

"Sardagna è Bondone". Così recita uno degli slogan sui cartelloni esposti dai manifestanti. Adesso che in Consiglio comunale si parla di collegamento funiviario con la città la riapertura della discarica stride con l'idea di un rilancio in chiave sostenibile della montagna di Trento. 

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