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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Affinare la 'mappa del cervello umano': la ricerca di una neolaureata finanziata dalla fondazione Paolina Lucarelli Irion

Il progetto partirà a settembre, dopo la laurea magistrale al Cimec di Rovereto

Lei si chiama Beatrice Federica Luciani, ed ha conseguito prima una laurea triennale a Milano, e poi una magistrale al Cimec (centro interdipartimentale mente/cervello) di Rovereto, studianto i tumori cerebrali, e più precisamente come questi influiscano e cambino le connettività tra i diversi network funzionali. Da settembre, per un anno, la attende una nuova sfida: "L’obiettivo - racconta - è quello di aiutare i clinici nella preparazionedell’intervento chirurgico di rimozione dei gliomi, i tumori cerebrali più frequenti negli adulti. Per farlo vogliamo utilizzare le neuroimmagini che raccogliamo attraverso una risonanza magnetica, per disegnare una mappa delle aree del cervello dove avvengono le funzioni cognitive, che possono essere linguistiche e motorie, o più “alte”, come quelle che regolano il pensiero o il ragionamento, così da cercare di preservarle sia durante l’intervento chirurgico sia dagli effetti della patologia".

A rendere possibile questo progetto, che ha come obiettivo quello di migliorare la pianificazione degli interventi neurochirurgici e la conoscenza dei meccanismi di plasticità cerebrale nei pazienti affetti da tumore cerebrale (gliomi), è stata una donazione della fondazione roveretana Paolina Lucarelli Irion, attiva dal 2003 con finanziamenti per migliorare i mezzi e le strutture degli istituti di cura e nella lotta contro i tumori, e che ha finanziato il progetto con 12mila euro.

Se ne occuperà la giovane laureata del Centro Interdipartimentale Mente/Cervello (CIMeC), che dovrà affinare e dettagliare, con la supervisione di Jorge Jovicich, responsabile del Laboratorio di immagini di risonanza magnetica di UniTrento (MRI Lab) e di Silvio Sarubbo, direttore dell’Unità operativa di neurochirurgia dell’ospedale Santa Chiara di Trento, i dati a disposizione dei medici.

"Collaboriamo dal 2015 con l’Apss e il team del dottor Sarubbo - spiega il docente di UniTrento Jorge Jovicich - con l’obiettivo di sviluppare ed utilizzare immagini funzionali avanzate del cervello per migliorare la diagnosi e la cura di patologie neuro-oncologiche cerebrali. Questo progetto ha due scopi concreti, che prendono le mosse dai risultati precedenti della nostra collaborazione. Il primo è migliorare l’accuratezza con cui vengono identificate nel cervello le reti funzionali, così da evitarle durante l’intervento chirurgico e per studiare nel tempo la loro riorganizzazione postoperatoria. Il secondo è fare poi in modo che il nostro protocollo di neuroimmagini possa essere usato anche in altre situazioni".

"Abbiamo scelto questo progetto - chiarisce Vivian Jourdan, presidente della fondazione - perché guarda al futuro e perché è coinvolta una brava e giovane ricercatrice. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di dare un aiuto a progetti specifici, che avessero un inizio e una fine, e che potessero garantire un alto grado di tangibilità. Per questo, molte volte abbiamo comprato e donato apparecchiature o macchinari. Questa è la prima ricerca che finanziamo, e lo facciamo perché vi scorgiamo quelle caratteristiche di efficacia e concretezza che caratterizzano i progetti che abitualmente finanziamo".

Una concretezza che è resa possibile anche dall’importante coinvolgimento della componente clinica, con medici che sono al tempo stesso i destinatari della ricerca e un imprescindibile tassello per il suo sviluppo: "Quello che Fondazione Paolina Lucarelli Irion rende possibile - spiega il dottor Silvio Sarubbo, direttore dell'Unità operativa di neurochirurgia dell'Apss - è il prosieguo della lunga collaborazione tra la Neurochirurgia Apss e il CIMeC. In questi anni abbiamo raggiunto risultati scientifici di rilievo e la definizione di un circolo virtuoso che lega ricerca, qualità e innovazione nell’assistenza. Tutto questo con l’obiettivo di sviluppare il settore delle neuroscienze cliniche e della medicina di precisione in campo neuro-oncologico, un settore che vede il Trentino e la Apss come una delle realtà più vive del Paese e ben inserita nel contesto internazionale. I contributi alla ricerca come questo, sono essenziali per portare avanti una delle lotte più complesse della medicina, quella alla patologia oncologica. E sono fondamentali per far crescere e trattenere sul nostro territorio giovani ricercatori preziosi e qualificati".

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