Graffi in aqua fortis, le opere di Sergio Cara
"Un viaggio dentro di sé, un’instancabile rivisitazione del proprio mondo espressivo, una profonda riflessione sull’arte stessa in un indissolubile intreccio di saperi, dove tecnica, conoscenze e sensibilità convergono in un unico punto". Sono queste le opere di Sergio Cara, così come le introduce la critica d’arte Riccarda Turrina nella mostra di incisioni Graffi in aqua fortis allo Spazio FoyEr di Trento dal 5 al 19 maggio.
Vincitore al Festival internazionale di incisione contemporanea di Trento edizione 2022, l’artista, di origine sarda ma formatosi all’Accademia di Bologna, intreccia immaginario e reale in una trama narrativa scandita da ritmi magici. Lasciato il suo periodo di astrazione, racconta ora il tema della Natura nelle sue diverse espressioni e ambientazioni, "in molteplici soluzioni grafiche, in una o più matrici, per sviluppare il carattere del segno inciso all’acquaforte, con macchie e graffi ottenuti con infinita pazienza, e con luci suggerite dall’acquatinta" prosegue Turrina.
Evidente nelle opere in mostra allo Spazio FoyEr è il fascino che su di lui esercita l’arte orientale, soprattutto per la leggerezza del tratto che contraddistingue le figure evanescenti, ma comunque vibranti impresse su fogli di preziosa carta giapponese. Tra i temi scelti anche i testi poetici di Giuseppe Ungaretti, di Umberto Saba e del poeta sardo Peppino Mereu, che diventano il luogo di una narrazione simbolica oltre ogni limite temporale.