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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Inaugurato il museo delle palafitte di Fiavè

Durante la Settimana della cultura il Museo sarà visitabile con ingresso gratuito tutti i giorni, dal 15 al 22 aprile, dalle ore 10 alle 18, e il 20 e 22 aprile anche in orario serale, dalle 20.30 alle 22.30

Il Museo di Fiavè, testimonianza della vita umana tra il tardo Neolitico e l'età del Bronzo, è stato inaugurato alla presenza di un foltissimo pubblico e di numerose autorità. Alla cerimonia è intervenuto anche Cyril Dworsky, rappresentante della Presidenza, assegnata all'Austria per il 2012, del gruppo di lavoro internazionale del sito Unesco "Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino" che include, assieme alle palafitte di Fiavé, anche quelle di Ledro. 

Le Palafitte di Fiavé sono uno dei 111 siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino, entrati a far parte della lista del Patrimonio mondiale dell'Unesco.
Il museo, curato dalla Soprintendenza per i Beni librari archivistici e archeologici della Provincia autonoma di Trento, racconta le vicende dei diversi abitati palafitticoli succedutisi lungo le sponde del lago Carera, bacino di origine glaciale, tra tardo Neolitico ed età del Bronzo.
 
Durante la Settimana della cultura il Museo sarà visitabile con ingresso gratuito tutti i giorni, dal 15 al 22 aprile, dalle ore 10 alle 18, e il 20 e 22 aprile anche in orario serale, dalle 20.30 alle 22.30. Saranno inoltre gratuite le attività previste in occasione della Settimana della Cultura, domenica 15, sabato 21 e domenica 22 aprile, che prevedono visite guidate al museo, al sito archeologico e al biotopo Carera, attività di archeologia sperimentale, teatro per bambini, laboratori per tutta la famiglia per conoscere divertendosi l’antica storia delle palafitte di Fiavé.
 
Gli scavi diretti da Renato Perini, iniziati nel 1969 e proseguiti fino all’inizio degli anni Novanta, hanno portato alla luce resti di capanne costruite sulla sponda lacustre (3800 - 3600 a.C), ma anche secondo il classico modello della palafitta in elevato sull’acqua (1800 - 1500 a.C.). Un’evoluzione di questa tipologia sono le capanne su pali ancorati ad una complessa struttura a reticolo adagiata lungo la sponda e sul fondo del lago (1500 - 1300 a.C.). Negli ultimi secoli del II millennio a.C. l’abitato si spostò sul vicino Dos Gustinaci, dove sono state rinvenute abitazioni con fondazioni in pietra.
L’eccezionale stato di conservazione non solo dei pali, ma anche di molti altri materiali organici, rende queste palafitte particolarmente affascinanti, consentendo di penetrare in aspetti della vita delle comunità preistoriche generalmente sconosciuti. 
 
Il museo espone una selezione degli straordinari oggetti, rinvenuti dagli archeologi nel corso delle ricerche, che suscitano stupore per la loro modernità. Sono migliaia i materiali caduti in acqua, accidentalmente o gettati al tempo delle palafitte, preziose testimonianze di notevoli conoscenze tecniche e costruttive e di abilità artigiana. Si tratta di vasi in ceramica, ma anche di monili in bronzo e – rarissimi all’epoca – in ambra baltica e in oro. Una collezione unica in Europa è quella costituita dai circa 300 esemplari di oggetti in legno: stoviglie e utensili da cucina, fra i quali tazze, mestoli, vassoi, strumenti da lavoro come secchi, mazze, falcetti, trapani, manici per ascia, oltre ad un arco e alcune frecce. Le particolari condizioni ambientali dei depositi lacustri hanno restituito persino derrate alimentari come spighe di grano, corniole, nocciole, mele, pere.
 
Un intero piano del museo è dedicato alla ricostruzione della vita quotidiana al tempo delle palafitte: un’esperienza unica che permette di immergersi nell’atmosfera del villaggio palafitticolo di 3500 anni fa. Oltre al grande plastico che ricostruisce il villaggio “Fiavé 6”, diversi ambienti svelano di volta in volta il lavoro di contadini e pastori, la vita attorno al focolare domestico, la cucina, la moda, i segreti di metallurghi e cacciatori. Di particolare suggestione sono anche i modellini ricostruttivi, i filmati e gli elementi scenografici che richiamano i pali di supporto delle palafitte.
 
Una sezione del museo, curata dal Servizio Conservazione della Natura e Valorizzazione ambientale della Provincia autonoma di Trento, è dedicata all’unicità del biotopo Fiavé-Carera, riserva naturale provinciale e sito di importanza comunitaria. Quest’area protetta è infatti una delle torbiere più estese del Trentino, ricca di vegetazione, luogo di riproduzione di molte specie di rettili e anfibi e punto di sosta per uccelli migratori. 
 
Il progetto scientifico del museo è di Paolo Bellintani e Luisa Moser, archeologi della Soprintendenza trentina, mentre l’allestimento è dell’architetto Franco Didoné. Grafica e scenografie sono state curate da Gruppe Gut – Officina di design. I filmati sono stati realizzati da Format, Centro Audiovisivi della Provincia autonoma di Trento. Il grande plastico che ricostruisce un villaggio palafitticolo dell’Età del Bronzo è opera di Gigi Giovanazzi.
 
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