L'ultimo anno 1917 -1918: Alle Gallerie, Trento una mostra di grande impatto visivo ed emotivo
E' stata inaugurata la settimana scorsa alle Gallerie, “L'ultimo anno 1917 -1918” la mostra della Fondazione Museo storico del Trentino che ripercorre l'ultima fase della Grande Guerra in Italia. Con un allestimento imponente si raccontano i due protagonisti del conflitto: i soldati e i civili, spesso a torto dimenticati. La conclusione è dedicata alle donne per le quali la guerra significò lavoro e dunque emancipazione, ma anche immani tragedie, soprusi e violenze. Il visitatore è invitato ad entrare nel campo di battaglia e a conoscere i drammi che questo evento, a cent'anni di distanza ancora chiamato “Grande”, provocò.
Un'esposizione di impatto visivo ed emotivo. Un allestimento materico in tubi innocenti, con pannelli ora molto alti, ora molto vicini a formare lunghi stretti cunicoli. L'idea – o meglio la sensazione – è quella di essere dentro un campo di battaglia, con la sua disarmonia, la sua ruvidità, la sua crudezza. La galleria nera, inoltre, per la prima volta si fa a più livelli con scale e passerelle su cui si sale per entrare nei settori dedicati all'assalto e alla guerra verticale. Il visitatore è quindi spinto a svolgere delle azioni fisiche che lo aiutano a comprendere e a ricordare temi e concetti che altrimenti potrebbero rimanere astratti, in qualche maniera distanti.
Una nuova prospettiva dell'intera Grande Guerra emerge invece attraverso i contenuti su cui insiste “L'ultimo anno 1917 -1918”. Non solo vincitori e sconfitti ma uomini. Quegli stessi che il generale Cadorna trattava come proiettili: “Le sole munizioni che non mi mancano sono gli uomini” sta scritto infatti in caratteri cubitali sulla parete della Galleria Nera. Non solo soldati poi, ma civili. E non solo uomini, ancora, ma donne, bambini e anziani.