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Cultura Rovereto / Borgo Santa Caterina

La roncola è stata inventata in Trentino 3200 anni fa

Da sempre divisi sul nome dialettale, podaròl o fòcol, i trentini possono considerarsi gli "inventori" della roncola, oggi esposta al Museo di Scienze ed Archeologia di Rovereto

Podaròl o fòcol? Questa la divisione linguistica in Trentino attorno allo strumento che in italiano si chiama roncola. Uno strumento, utilizzato per tagliare la legna, più precisamente per separare i rami laterali da quello principale, che ha origini molto antiche. Non si contano i nomi dialettali dati nelle varie regioni italiane allo strumento: runcula, rampèla, podai, kurlash, puera, sono solo alcuni di quelli riportati su Wikipedia.

La roncola ebbe un ruolo da protagonista tra l'alto e basso medioevo. Anzi si può dire che sia il simbolo della divisione del medioevo in due fasi diverse. Verso il XII secolo vari fattori economici, tecnologici e sociali portarono le popolazioni di tutta Europa a "riconquistare" campi e pascoli strappandoli alla foresta. Da qui traggono origine i tanti toponimi dedicati alla roncola: Roncade, Roncobilaccio, ed in Trentino la Val dei Ronchi sopra Ala, Ronchi, Roncegno e Roncogno in Valsugana.

La roncola è stata inventata in Trentino

Ma c'è di più: secondo gli esperti del Museo di Scienze ed Archeologia di Rovereto la roncola sarebbe addirittura nata in Trentino. Lo testimonia il manufatto in bronzo ritrovato a Costa Violina, un sito dell'Età del bronzo, sopra Lizzana. 

"Si tratta di una roncola in bronzo finemente decorata e in ottimo stato di conservazione - spiega Maurizio Battisti, archeologo della Fondazione Museo Civico - databile tra la fine del II e l'inizio del I millennio a.C, trovata in Costa Violina e probabilmente deposta in origine nei pressi di una sorgente a scopo rituale".

La roncola dell'età del bronzo è stata donata alla Fondazione dal roveretano Alberto Miorandi. Oggi è esposta all'interno della mostra "Ci vuole un fiore" allestita al Museo di Scienze ed Archeologia di Rovereto tra i reperti che illustrano l'agricoltura ed in generale il rapporto dell'uomo con l'ecosistema lagarino dal Neolitico ai giorni nostri.

"Questa tipologia di strumento sembra sia stata inventata proprio nella nostra regione circa 3200 anni fa e poi diffusa in quelle limitrofe. È un altro tassello importante per ricostruire il passato più antico della Città della Quercia, una  conferma del valore per la collettività dei doni dei privati" conclude Battisti.

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