The Baron Four al Porteghet
Continuano gli appuntamenti al Porteghet organizzati da Cosmopolitan Greetings. Sul palco dall'inghilterra questa volta ci saranno The Baron Four. Inizio ore 20.
Gli Inglesi Baron Four, super quartetto londinese che ha in formazione ex componenti dei Thee Vicars e The Embrooks, rappresenta in questo momento, il meglio della scena garage beat e British Rhythm And Blues della terra di Albione.
Dopo avere inciso per storiche ed illustri etichette di settore come la Taste, la Groovie e la Soundflat, l’ultimo LP, Silvaticus, consolida il rapporto con la Get Hip e ci presenta un suono perfettamente in linea con quella che è la tradizione Rhythm and Blues dei primissimi Rolling Stones, come pure dei Pretty Things, dei Fairies ma anche di band dei primi novanta come gli Stairs.
La particolarità però dei Baron Four è che, a fronte di un suono Rhythm and Blues metabolizzato in chiave inglese, vi sono però anche marcate influenze di Garage americano ed a volte lievi accenni di folk rock che rendono il suono più vario, fresco ed assolutamente non monocorde dove il piglio punkeggiante dona grande energia.
Piccoli gioielli neo Sixties come “Certain Type Of Girl “I’ll Be With You”, “I Don’t Mind” “Don’t Need You Anymore” lo stanno a dimostrare.
Non perdiamoli assolutamente dal vivo.
Mike Whittaker insieme ai nuovi compagni di band ha continuato a produrre ottima musica ma sotto il nome The Baron Four e a distanza di un anno dai singoli “Yes I Do/Girl” (State Records) e “5 to 4/ She Said” (Groovie Records) gli attuali alfieri del garage britannico ci presentano Out of The Wild Come… , in uscita per conto della Sound Flat Records (etichetta di King Salami, Imperial Surfers, Cool Jerks e tanti tanti altri).
Il mantrico brano di apertura, Be My Girl, risuona dell’inconfondibile voce di Baron Mike ben amalgamata con un sound deliziosamente riscattato dai primi 60s, per poi scaldare mente e membra con la nevrotica Because Of You.
Girl si tuffa nella seconda metà dei 60s, miscelando sapientemente il beat britannico con le chitarre surf californiane creando un’atmosfera lisergica e ipnotica che ci fa ondeggiare dolcemente verso la Mystery Woman impreziosita da urla in modalità Gerry Roslie.
In Just My Luck e So Glad la testa continua a muoversi, ma è con She Said Yeah che si aprono le danze e scendono in pista le teenager in minigonna e stivaletto!
You’re No Good è un rhythm’n’blues di passaggio prima del gran finale con pezzi strappa capelli e assoli a base di chitarre ultra fuzz