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UIL - Trentino sul TFR in busta paga: "Ai lavoratori la libertà di scegliere"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrentoToday

TFR IN BUSTA PAGA
DICHIARAZIONE DEL SEGRETARIO GENERALE DELLA UIL DEL TRENTINO WALTER ALOTTI

La recente proposta del Governo di mettere il TFR dei lavoratori in busta paga sembra un discutibile modo per far passare per un benefit, un bonus, un aumento qualcosa che, in quanto salario differito, è già nella titolarità del lavoratore. Per nulla conquistati da un surreale scenario in cui dobbiamo ringraziare i nostri politici per le libertà fondamentali, il giusto compenso per le prestazioni e l’aria che respiriamo, preferiamo ribadire che il “TFR in busta paga” è semplicemente un anticipo di quanto già spettante al lavoratore e in ogni caso – secondo la Uil – è quest’ultimo che, senza ingannevoli interferenze esterne, deve poter scegliere liberamente come utilizzare il proprio trattamento di fine rapporto in base alle norme che attualmente lo regolano. Queste prevedono tra l’altro che:
•    Il TFR può essere destinato alla previdenza complementare che, in questi anni, ha dato rendimenti medi sensibilmente superiori alla rivalutazione del TFR lasciato in azienda. In particolare, in Trentino si affievolirebbe significativamente l’apporto di risorse da contribuzione in Laborfond con il conseguente indebolimento di un asset finanziario sempre più strategico alla luce degli imminenti investimenti locali del Fondo;
•    per le aziende con almeno 50 dipendenti il TFR non destinato alla previdenza complementare transita nel Fondo di Tesoreria del MEF che vale oggi oltre sei miliardi l’anno, un flusso a cui non conviene rinunciare (una proposta che preveda di versare il TFR in busta paga dovrebbe invece prevedere necessariamente l’abolizione di questo Fondo Tesoreria).
Si consideri inoltre che:
•    Secondo le dichiarazioni del Presidente del Consiglio l’anticipo in busta paga del TFR varrebbe solo per il settore privato e non per quello pubblico, con una nuova pesante discriminazione per i lavoratori del comparto;
•    In questi anni si è sviluppata in maniera esponenziale la cessione del quinto dello stipendio e quindi in molti casi il TFR è di fatto nella disponibilità delle finanziarie come garanzia del prestito;
•    La quota di TFR riconosciuta eventualmente in busta paga andrebbe comunque sterilizzata ai fini fiscali, per evitare la beffa di un aumento delle tasse.

Se l’idea di dispensare ottanta euro a tutti i lavoratori dipendenti (salvo poi magari riprenderseli in altra forma) può anche aver convinto, auspichiamo che non si fomentino furbesche ambiguità attorno ad una materia molto complessa come il TFR riducendolo ad uno specchietto per allodole. Se si vuole agire su questo fronte con un intervento legislativo bisogna farlo con serietà, chiarezza e, soprattutto, conoscendo approfonditamente l’argomento.
Ricordiamo pertanto al Presidente Renzi, sulla scia della Uil nazionale, il motto che ispirava l’azione del Presidente Luigi Einaudi, “Conoscere per deliberare”.

Trento, 3 ottobre 2014
Walter Alotti
Segretario Generale
Uil del Trentino

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