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Economia

Mai così tanti licenziati in dieci anni: 5.321 persone in mobilità

Sul totale degli iscritti ben il 23,2% lavorava nel comparto edile. Poi il commercio (14,8%), il settore metalmeccanico/metallurgico (12,1%). Seguono i servizi (11,8%), i pubblici esercizi (9,9%) e i trasporti (7,4%)

Per il quinto mese consecutivo gli iscritti in lista di mobilità superano in Trentino la soglia delle 5.000 unità. Il 25 luglio, il comitato provinciale mobilità ha infatti certificato la presenza in lista di 5.321 licenziati, il dato più elevato mai registrato negli ultimi dieci anni ed in costante crescita da settembre 2011, a riprova che quella in atto è una congiuntura economica particolarmente difficile anche a livello locale.

Neppure sul fronte dei sospesi emergono questo mese indicazioni positive. I lavoratori in mobilità che hanno trovato un impiego a termine, a luglio 2012 sono indicati in 1.775, con un saldo negativo di 11 unità rispetto al mese precendente e di ben 134 unità nel confronto con lo stesso mese dell'anno scorso, quando i sospesi risultavano ben 1.909. Torna quindi a contrarsi il numero dei sospesi dopo quattro mesi in cui si era assistito ad una contrazione dei licenziati che trovavano un posto di lavoro a termine. Già nella seconda metà del 2011 e fino all'inizio del 2012 il numero dei sospesi si era andato riducendo dai  1.912 di agosto 2011 ai 1.498 di febbraio 2012. Tra l'altro, lo scorso anno si era chiuso con un differenziale positivo minimo rispetto al 2010: a dicembre 2011 infatti il numero dei sospesi perché assunti a termine era stato superiore di un misero 1,6% rispetto allo stesso periodo di due anni fa.
 
Nel raffronto tra gli iscritti in mobilità attuali e quelli dei tre anni precedenti emerge quanto il crollo della finanza internazionale del 2008 e la più recente crisi del debito sovrano dell'Eurozona producano effetti negativi sul mercato del lavoro anche in Trentino. Basti pensare che gli iscritti in mobilità tra gennaio e luglio - 5.097 in media - continuano ad essere più numerosi della media mensile del 2011, quando era stata raggiunta quota 4.756 contro una media mensile di 4.417 nel 2010 e di 3.807 nel 2009. In pratica, già lo scorso anno sono stati registrati in media 339 iscritti in più rispetto al 2010 (+7,7%) e 949 in più rispetto al 2009 (+24,9%). 
 
Il flusso di nuovi ingressi risulta significativo anche a luglio. Sono infatti 378 gli iscritti in mobilità del mese, dato di poco superiore a quello del luglio 2011 quando furono 196. Guardando ai mesi appena trascorsi i nuovi ingressi sono stati ben 215 a giugno, 266 a maggio, 430 ad aprile, 274 a marzo, 307 a febbraio e 356 a gennaio 2012.  Osservando la provenienza, i licenziati dalle piccole imprese sono stati pari all'67,5% di tutti i nuovi ingressi del mese. Sul computo totale, la stragrande maggioranza degli iscritti in mobilità – il 76,9% - è stato licenziato da una piccola impresa.
 
Complessivamente, al 24 luglio 2012 e al netto dei nuovi ingressi, il settore delle costruzioni continua a registrare il maggior numero di addetti nelle liste di mobilità. Sul totale degli iscritti infatti ben il 23,2% lavorava nel comparto edile. Tra i settori le cui aziende mettono più addetti in mobilità c'è poi il commercio che, con il 14,8% degli iscritti totali, supera il settore metalmeccanico/metallurgico da cui giungono il 12,1% dei lavoratori in mobilità. Seguono poi i servizi non altrimenti definiti (11,8%), i pubblici esercizi (9,9%) e i trasporti (7,4%). Tra i licenziati dalle medie e grandi imprese la fanno da padrone i licenziati del settore metalmeccanico (33,3%), seguiti da quelli del commercio e dei trasporti, rispettivamente con il 11,9% e il 10,7%. Licenziano invece di più, tra le piccole imprese, quelle delle costruzioni (27,6% degli iscritti in mobilità secondo la legge 236), seguite da quelle del commercio (15,7%), degli altri servizi (14,7%) e dei pubblici esercizi (12,7%). 
 
In generale, in mobilità sono iscritti più uomini che donne (66% contro 34%), più italiani che stranieri (78,6 contro 21,4%). La crisi però colpisce in proporzione più gli stranieri degli italiani, considerato che la percentuale di iscritti in mobilità di origine straniera è più che doppia rispetto all'incidenza della popolazione non italiana - oggi all'9,2% - sul totale dei residenti in Trentino. Inoltre, tra i licenziati dalle grandi aziende sono maggioranza gli over 50 con ben il 62,5% degli iscritti nelle liste in base alla legge 223, mentre tra quelli provenienti dalle piccole aziende il 57,4% ha un'età compresa tra i 30 e i 49 anni, il 27,8% ha almeno 50 anni e il 14,8% non supera i 29.
 
Come detto, la media mensile di iscritti in mobilità durante il 2011 ha raggiunto quota 4.756 contro i 4.417 registrati in media nel 2010 e i 3.807 del 2009, con una crescita del 24,9 percento rispetto a due anni fa. I dati storici segnalano che già nel 2009 l'incremento del ricorso alla mobilità era stato eccezionale: rispetto alla media mensile del 2008, gli iscritti in mobilità risultavano allora quasi il 40 percento in più, un tasso di crescita tanto impetuoso da superare quello registrato tra il 2002 e 2008, quando l'aumento medio non raggiunse il 34 percento. In pratica, nel corso del 2009 le liste di mobilità si erano proporzionalmente ingrossate più di quanto non fosse successo nei sei anni precedenti.
 
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