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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Telecom Italia: in tremila a rischio esubero. Cgil non firma l'accordo

La Cgil: "Il nostro non è stato un no a prescindere, ma è motivato dal fatto che Telecom da anni usa i soldi pubblici, attraverso ammortizzatori sociali e risorse degli enti pubblici, compresa la Provincia di Trento, per non innovare"

Ancora esuberi in Telecom Italia. La spa prevede di ridurre il proprio personale di tremila unità. I tagli riguarderanno tutte le aree, informatica, tecnica e commerciale e avranno ripercussioni anche in Trentino. Non si conosce al momento il dettaglio delle riduzioni per ogni sede territoriale. In provincia Telecom occupa circa 350 persone.

Gli esuberi verranno gestiti con mobilità, contratti di solidarietà difensiva e prepensionamenti (articolo 4 legge Fornero). Il tutto a fronte di nessun nuovo piano industriale né di alcun progetto di riconversione delle professionalità presenti in azienda per ridurre quanto più possibile i tagli. Anzi l’azienda continua a sottoscrivere contratti con consulenti e aziende esterne per far fronte alle lavorazioni.

È per questa ragione che Slc Cgil ha deciso di non firmare l'accordo siglato nelle scorse settimane tra Telecom Cisl, Uil e Ugl. "Abbiamo deciso di non firmare un nuovo accordo che di fatto lascia mano libera all'azienda – spiega Norma Marighetti, segretaria della Slc trentina -. Il nostro non è stato un “no” a prescindere, ma è motivato dal fatto che Telecom da anni usa i soldi pubblici, attraverso ammortizzatori sociali e risorse degli enti pubblici, compresa la Provincia di Trento, non per innovare la propria organizzazione, rendere più competitivi i servizi e migliorare la qualità, ma solo per finanziare in maniera poco lungimirante il proprio business".

Gli effetti sul personale sono evidenti: in quindici anni la forza lavoro è passata da 120mila a 45 mila dipendenti. E i tagli non si fermano. "Il 27 marzo 2013 era stato siglato un accordo tra azienda e sindacati che introduceva, a fronte di esuberi e riorganizzazione del lavoro, degli impegni nella riconversione professionale dei lavoratori e un chiaro piano industriale – prosegue Marighetti. L'azienda non ha rispettato quegli impegni. Siglare questo nuovo accordo è come sancire che gli impegni del 2013 non hanno più valore. Allora pur di riassorbire gli esuberi i lavoratori hanno accettato misure molto pesanti. Oggi siamo al punto di partenza, è inaccettabile".

Per questa ragione Slc Cgil ha già impugnato l'accordo, per bloccarne l'applicazione. "Chiediamo a Telecom di ritirare i tremila esuberi e di aprire una nuova trattativa – conclude la segretaria trentina -. Solo dopo una concreta e seria contrattazione sulla riorganizzazione aziendale dove si riducono sprechi e disorganizzazione oggi presenti, con un progetto reale e competitivo sulla fibra ottica si potrà aprire il nodo della riduzione di personale. Noi siamo pronti a fare la nostra parte responsabilmente, l'azienda faccia la sua".

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