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Economia

Il salario minino supera i 1.500 euro in sei Paesi Ue. In Italia non esiste

La busta paga di base esiste in 21 Stati europei. In 19 di questi gli stipendi sono aumentati anche durante la pandemia

Con una mensilità pari a 2.257 euro, il Lussemburgo si conferma il Paese con il salario minimo più alto dell’Unione europea. Dall’altra parte della classifica c’è la Bulgaria, che prevede un minimo salariale da 650 lev, equivalenti ad appena 332 euro al mese. A unire la gran parte dei 21 Paesi Ue che si sono dotati di un salario minimo è la tendenza ad aumentare la busta paga. Negli ultimi due anni, nonostante la pandemia, lo stipendio base è cresciuto in 19 Paesi europei. L’Italia, assieme ad altri cinque Stati Ue, fa invece parte del piccolo gruppo di Paesi che non prevedono un salario minimo.

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Le cifre sull’andamento dei salari nell’Ue sono riportate nell'ultimo studio della Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro (Eurofound). “La prima panoramica della fissazione del salario minimo per il 2022 mostra che, mentre alcuni negoziati sono ancora in corso, praticamente tutti gli Stati membri dell'Ue hanno aumentato le loro aliquote nominali legali”, si legge nel documento. “Tuttavia, l'inflazione è tornata in primo piano e dovrebbe essere monitorata nei prossimi mesi per avere un'idea di come gli aumenti dei salari minimi nominali si traducano in cambiamenti effettivi nel potere d'acquisto dei salariati minimi”, hanno avvertito gli esperti.

Chi di sicuro potrà contare su un robusto salario minimo sono i sei Paesi che contano sulla busta paga di base superiore ai 1.500 euro al mese. Si tratta di Francia (1.603 euro), Germania (1.621 euro), Belgio (1.658 euro), Paesi Bassi (1.725 euro), Irlanda (1.775 euro) e Lussemburgo (2.257 euro). Il salario minimo resta di poco superiore ai 1.000 euro al mese anche in Slovenia (1.074 euro) e Spagna (1.126 euro). In 13 Paesi, soprattutto dell’Est Europa, la busta paga minima resta invece più leggera.

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A fronte di un salario minimo che diventa sempre più comune nel mercato del lavoro Ue, a fare eccezione sono rimasti solo sei Paesi: Danimarca, Italia, Cipro, Austria, Finlandia e Svezia. Tuttavia, fa notare Eurofound, “l'Austria è uno dei pochi Paesi con aumenti salariali concordati collettivamente ben documentati, che riflettono l'impatto variabile della pandemia su diversi settori”. Ad esempio “nel settore dei servizi di trasporto, nel 2021 è stato negoziato un accordo triennale che prevede un forte aumento salariale del 4,5 per cento a partire dal primo gennaio 2022” e anche “gli addetti alle pulizie vedranno un aumento del 3,5 per cento nel loro salario minimo”. Anche in Finlandia si prevede che “la pressione per aumentare i salari degli infermieri influirà sulle prossime tornate di contrattazione nel 2022” portando a una ricompensa in busta paga per i lavoratori più esposti alla crisi pandemica.

Fonte: Today.it

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