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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia San Giuseppe / Via dei Muredei

In Trentino 2 milioni di voucher all'anno, Cgil verso il referendum

La Cgil trentina presenta la campagna nazionale: in regione buoni lavoro aumentati del 20% in un anno, il secondo quesito riguarda la responsabilità solidale in appalti come quello delle aree sosta in A22

Voucher usati per sostituire contratti di lavoro, e cambi appalto senza nessuna garanzia per i lavoratori. Succede anche in Trentino dove i "buoni lavoro" introdotti dal Jobs Act hanno visto un vero e proprio boom In regione lo scorso anno sono stati venduti 5.576.049 voucher, 955mila in più rispetto all’anno precedente, le stime parlano di poco più di 2milioni in Trentino) e la recente vicenda del cambio appalto per la gestione delle aree di servizio sulla A22 ha fatto temere per il futuro di 116 addetti. 

Due questioni che sono al cento del referendum promosso a livello nazionale dalla  Cgil. La campagna referendaria è stata presentata ieri anche dal sindacato trentino.  “Raggiungere il quorum non è semplice – ammette il segretario Franco  Ianeselli - ma è fondamentale riportare al centro del dibattito i temi del lavoro".

“I buoni lavoro, soprattutto in molti settori del terziario come nella ristorazione e nel turismo, vengono utilizzati per sostituire un contratto di lavoro. Il che vuol dire che un lavoratore riceve 7,5 euro l’ora, non ha diritto alla disoccupazione quando termina la sua prestazione né ad altre prestazioni sociali - spiehga Ianeselli - il secondo quesito referendario chiede il ripristino della piena responsabilità solidale tra appaltante e appaltatore. Ovvero la possibilità di assicurare la tutela dell’occupazione dei lavoratori e la loro retribuzione nei casi di cambi appalto e di contrastare la concorrenza sleale. Quanto poteva accadere con l’appalto delle pulizie per l’A22, solo per citare il caso più recente, dovrebbe fare riflettere. Per un soffio non sono stati cancellati 116 posti di lavoro".

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