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Economia

Trento, crollano i prezzi dei negozi: nel 2020 -5,3%, diminuiscono anche gli affitti

I dati sono emersi dal Rapporto 2021 sul mercato immobiliare commerciale in Europa e in Italia presentato da Scenari Immobiliari

Il prezzo medio di un negozio a Trento è diminuito del 5,3% nel 2020 e nel 2021 è sceso ancora dello 1,7%. Non solo: stanno diminuendo anche i canoni d'affitto: -4,7% nel 2020 e -2,4% nel 2021. È quanto traspare dal  Rapporto 2021 sul mercato immobiliare commerciale in Europa e in Italia, presentato da Scenari Immobiliari nella giornata di martedì 9 marzo.

Città Prezzi medi      var % 2020/2019 Prezzi medi              var % 2021*/2020 Canoni medi          var % 2020/2019 Canoni medi           var % 2021*/2020
Trento -5,3 -1,7 -4,7 -2,4

Tabella - Fonte: Scenari Immobiliari

Nel mese di gennaio Scenari Immobiliari ha effettuato un sondaggio presso 170 tra investitori, gestori, sviluppatori e progettisti attivi nel comparto retail e presenti sul territorio italiano con un solo obiettivo: rilevare le opinioni sul ruolo, attuale e prospettico, dello spazio fisico dedicato al commercio e del futuro del rispettivo mercato immobiliare in Italia. "Le risposte — chiosano dall'istituto indipendente — confermano la criticità che l’intero comparto sta affrontando, sia pregresse che accelerate dalla pandemia, per le quali sono necessarie profonde trasformazioni. Non tutto, però, è negativo: emerge, infatti, la convinzione che ci siano ancora spazi di crescita, possibile solo se preceduta da serie e radicate ristrutturazioni di obiettivi, di gestione, di compagine dei soci, di oggetti immobiliari".

Complessivamente la propensione agli investimenti è diminuita: il 34 per cento degli operatori ha scelto altre asset class, il 31 per cento ha ridotto la quota all’interno dei portafogli, una parte ha orientato verso una determinata categoria di immobili retail. Solo per poco meno del nove per cento le scelte sono rimaste invariate. Tra gli elementi che hanno influenzato maggiormente la propensione all’investimento e l’intero settore immobiliare, spicca l’impossibilità dei tenant di raggiungere un fatturato soddisfacente, dovuto alle restrizioni di orari e aperture delle attività commerciali. Questa è la motivazione principale per il 73,4 per cento dei gestori, il 70,6 per cento degli sviluppatori, e il sessanta per cento degli investitori.

Gli investitori si aspettano un calo più forte dei prezzi rispetto a quello dei canoni di locazione, con conseguente aumento dei rendimenti. Oggi gli immobili nelle high street delle principali città (nel 54,3 per cento dei casi) e la Gdo alimentare (42,9 per cento) sono le tipologie di asset attualmente ritenute più interessanti. In parte anche gli immobili collocati nelle vie più importanti delle città secondarie (28,6 per cento). Appare molto debole il comparto dei centri commerciali, retail park e outlet e degli asset situati nelle vie secondarie delle città principali. La mappa delle preferenze territoriali colloca Milano indiscussa al primo posto (per l’85,3 per cento degli investitori), seguita a distanza da Roma (58,8 per cento) e Venezia (26,5 per cento), mentre Firenze e Bologna competono allo stesso livello (23,5 per cento). Torino si colloca all’ultimo posto (quasi sei per cento).

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