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Economia

Carburante, prezzi di nuovo alle stelle

Il prezzo medio nazionale della benzina self è 2,069 euro/litro, 2,006 euro/litro per il diesel

Il prezzo medio nazionale praticato della benzina in modalità self è 2,069 euro/litro (2,061 precedente). Come se non bastasse, la brutta sorpresa di oggi, venerdì 17 giugno, riguarda il diesel: supera quota due euro anche il gasolio, sempre in modalità self, il cui prezzo medio praticato è salito a 2,006 euro/litro (contro 1,994). Lo rende noto Quotidiano energia, analizzando i dati comunicati dai gestori all'Osservaprezzi del ministero dello sviluppo economico aggiornati alle 8 di giovedì 16 giugno.

Quanto al servito, per la benzina il prezzo medio praticato sale a 2,195 euro/litro (contro 2,188), con gli impianti colorati che mostrano prezzi medi praticati tra 2,141 e 2,273 euro/litro (no logo 2,099). La media del diesel servito si posiziona a 2,139 euro/litro (2,128 il valore precedente), con i punti vendita delle compagnie con prezzi medi praticati compresi tra 2,087 e 2,217 euro/litro (no logo 2,043). I prezzi praticati del gpl, invece, vanno da 0,835 a 0,850 euro/litro (no logo 0,821). Infine, il prezzo medio del metano auto si colloca tra 1,697 e 1,891 (no logo 1,774).

Chi ci guadagna di più?

L'ultimo allarme riguarda i costi della raffinazione, in aumento vertiginoso a livello globale. E non è detto che sia finita. Secondo la federazione dei gestori degli impianti di carburanti, il prezzo alla pompa potrebbe sfondare il tetto dei 2,5 euro entro l'estate se non venisse rinnovato il forte sconto. La federazione denuncia che "in poco più di 70 giorni, oltre la metà del corposo taglio delle accise su benzina e gasolio decretato dal governo è stato letteralmente bruciato". E, nel definire la "situazione del tutto fuori controllo", invita a "decretare il ritorno, almeno per l'emergenza, al prezzo amministrato dei carburanti, come in altri Paesi europei, Germania compresa, si sta ragionando". 

Secondo un'analisi del settimanale The Economist sul mercato della raffinazione, i margini di chi trasforma il greggio in carburante sono passati negli ultimi due anni da 5-10 dollari al barile fino agli attuali 60. Il motivo va ricercato nella minore disponibilità di prodotti raffinati: la Cina sta esportando un 7 per cento in meno, la Russia è ostacolata dall'embargo, gli Stati Uniti hanno una capacità ridotta per problemi di ristrutturazione degli impianti. Gli operatori meglio attrezzati si stanno avvantaggiando e l'attuale congiuntura ha determinato per molte aziende profitti tanto eccezionali quanto inattesi. Secondo gli analisti petroliferi, la carenza di capacità di lavorazione ha aggravato un'estrema compressione della disponibilità di prodotti come diesel, benzina e carburante per aerei, incentivando le raffinerie ad aumentare la produzione e quindi aumentare la domanda di greggio.

L'aumento della domanda di greggio arriva mentre il mercato petrolifero deve affrontare altre pressioni al rialzo sulla domanda. La Cina ha allentato le restrizioni a Shanghai e l'aumento della domanda per l'inizio della stagione dei viaggi estivi sta accelerando, soprattutto negli Usa. Va ricercata proprio nei maggiori costi della raffinazione la ragione per cui la benzina ha superato i 2 euro al litro, mentre durante la "crisi" di 14 anni fa, era il 2008, quando il prezzo medio del barile era agli stessi livelli di questi giorni, la benzina era arrivata al massimo a 1,4 euro al litro (considerando il diverso potere d'acquisto dell'euro, il prezzo di allora corrisponderebbe oggi a 1,7 euro). Una bella differenza comunque rispetto a oggi, se si pensa che senza l'intervento del governo sulle accise la benzina costerebbe ora 2,4 euro.

A pesare sul prezzo finale alla pompa, però, contribuiscono anche gli aumenti di materie prime e logistica, e il peso dei derivati, le scommesse finanziarie. A guadagnarci poco dagli aumenti sono i benzinai. A loro vanno in media circa 3,5 centesimi al litro. Le spese di ogni tipo fra amministrazione, manutenzione, elettricità, spurgo, imposte, commissioni e via dicendo sono ovviamente alte, come per molte professioni del resto. Tutto ciò sarebbe quantificabile in un taglio medio del 77 per cento da quei 3,5 centesimi di euro per litro.

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