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Aziende: in Trentino solo due su dieci prevedono nuove assunzioni

Secondo l'analisi della Camera di Commercio il 16% delle richieste riguarda artigiani e operai specializzati ma sono i più difficili da reperire. Seguono in classifica gli addetti al commercio e alla ristorazione. 590 posti sono previsti per professioni intellettuali

Solamente il 20,8% delle aziende trentine prevede nuove assunzioni nel prossimo anno. Lo rivela un'indagine della Camera di Commercio di Trento che conferma un trend negativo: lo stesso dato si fermava al 22,9% l'anno scorso dopo essere crollato nel 2011 quando circa un terzo delle aziende locali prevedeva di assumere entro l'anno. Un dato che è più altro della media del Nord Est e di quella nazionale.


Analizzando in dettaglio il numero totale delle nuove assunzioni previste dalle aziende intervistate circa 730 ipotetici posti di lavoro (16,4% del totale delle richieste) riguardano artigiani e operai specializzati, 680 (15,1%) riguardano addetti specializzati nel settore del commercio e degli esercizi pubblici (250 nella ristorazione e 220 nel commercio al minuto), poco più sotto le richieste di impiegati: 630, pari al 14% del totale. 

Secondo l'indagine 590 i nuovi posti (13,1%) riguardano le professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione, altre 470 (10,4%) per professioni tecniche (in particolare c'è la richiesta di 130 tecnici di produzione e 70 informatici), 420 operai conduttori di impianti e macchinari (9,4%). Una larga fetta della richiesta è occupata da professioni non specializzate: 960 le assunzioni previste di cui 810 solamente per servizi di pulizie. 

Gli artigiani e operai specializzati sono le figure professionali di più difficile reperimento, in particolare quelli addetti alle rifiniture delle costruzioni, i fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori carpenteria metallica e professioni simili. Notevoli difficoltà si hanno anche nel reperimento di ingegneri e professioni assimilate. 

Considerate le tipologie di richieste professionali è naturale che vi sia un collegamento con i relativi titoli di studio. Nel 40,0% dei casi  è necessaria la sola scuola dell’obbligo, nel 34,8% un titolo di scuola secondaria, mentre per il 14,5% dei casi è indispensabile essere in possesso di diplomi e lauree universitarie, maggiormente richiesti dalle imprese medie e grandi e prevalentemente nel settore dei servizi. La formazione scolastica non costituisce comunque l’unico percorso utile a raggiungere la competenza complessiva richiesta dal datore di lavoro, anzi, per il 57,2% delle assunzioni, è necessario disporre anche di un’esperienza specifica.

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