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Economia

Cos'è il perdono fiscale e perché se ne parla

È una pace fiscale ma solo per alcuni reati tributari

L'ipotesi dell'inserimento in manovra del "perdono fiscale"possa, sta facendo discutere. La possibilità del suo inserimento è stata ventilata qualche giorno fa dal viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, smentita subito dopo dal sottosegretario all’Economia Federico Freni. Come riporta Today, Sisto ha parlato di una moratoria sui "reati meramente formali", ossia su quelli tributari giudicati meno gravi dove non si ravvisa una condotta fraudolenta da parte del contribuente. Per molti invece si tratta di un puro e semplice 'condono' per gli evasori fiscali. L'obiettivo del governo sarebbe quello di recuperare quanto perso, perdonando i 'furbetti' pur di fare cassa. Infuriata l’opposizione mentre i commercialisti si schierano a favore della misura. In attesa di vedere se l’ipotesi si trasformerà in realtà con la Manovra, cerchiamo di capire meglio cos’è il 'perdono' dei reati tributari.

Perdono fiscale: i reati tributari condonati

Il governo Meloni, in carica da poco meno di due mesi, sinora non aveva mai parlato di lotta all’evasione fiscale, problema che sottrae allo Stato quasi 100 miliardi di euro l’anno. Lo fa ora, a pochi giorni dall’approvazione della Manovra. Il viceministro Sisto ha parlato della possibilità di inserire nel più ampio quadro della "pace fiscale" un "perdono fiscale" . Di che cosa si tratta? È una pace fiscale ma solo per alcuni reati tributari. Il fisco, infatti, potrebbe mostrarsi disposto a perdonare quei contribuenti che hanno commesso reati tributari giudicati dal governo non troppo gravi, come:

  • chi ha omesso la dichiarazione dei redditi;
  • chi ha fatto una dichiarazione infedele;
  • chi ha omesso il versamento.

Sarebbero invece esclusi i reati con frode, come le false fatturazioni o l’utilizzo di fatture inesistenti. Cosa si chiede in cambio? Il contribuente sbadato o furbetto verrà perdonato solo se verserà il 100% del debito tributario più una sanzione accessoria. I reati tributari verranno cancellati grazie a quella che tecnicamente viene definita come una "causa estintiva per condotta riparatoria", situazione già vista nel lontano 2000. In tal modo gli evasori fiscali potrebbero mettersi in regola pagando l’intera somma più una sanzione aggiuntiva senza ripercussioni di carattere giudiziario.

Condono reati tributari: commercialisti favorevoli

Il perdono fiscale di cui ha parlato il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, sarebbe una "misura a tempo" e non a regime, pensata per agevolare i contribuenti visti gli ultimi due anni di pandemia. L’obiettivo del governo sarebbe quello di intascare del denaro considerato perso. Questa ipotesi ha fatto infuriare le opposizioni ma ha trovato anche il plauso dei commercialisti. "Il Consiglio nazionale dei commercialisti accoglie con particolare favore e apprezzamento le dichiarazioni del viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, circa la possibilità che, attraverso l’integrale adempimento dell’obbligazione fiscale e mediante il pagamento di una sanzione aggiuntiva, si possa giungere all’estinzione dei connessi procedimenti penali per reati meramente formali e scevri da condotte fraudolente", dichiara il presidente Elbano de Nuccio aggiungendo che "l’indicazione di Sisto è in sintonia con l’auspicio del nostro Consiglio nazionale che si possa giungere, in tempi brevi, ad una riforma del sistema sanzionatorio, sia amministrativo che penale, che, attraverso un’opportuna armonizzazione ispirata anche al principio del "ne bis in idem", eviti il congestionamento dei tribunali per vicende penali spesso di scarsa rilevanza".

M5s: "Il governo vuole un colpo di spugna sui reati tributari"

La notizia ha gettato scompiglio tra le opposizioni, preoccupate perché così lo Stato andrebbe a premiare chi ha ingannato il fisco a dispetto dei contribuenti onesti. È stata giudicata come l’ennesima misura che invece di combattere l’evasione fiscale  non farebbe altro che incoraggiarla (vedi cancellazione cartelle esattoriali, eliminazione obbligo Pos, flat tax sulle partite iva). Il M5s lo ha definito un "colpo di spugna sui reati tributari". Il sottosegretario all’Economia Federico Freni ha provato a gettare acqua sul fuoco dichiarando che nei prossimi giorni si discuterà dei "testi depositati" e non delle dichiarazioni (del viceministro della Giustizia, ndr). L’ex deputato democratico Ubaldo Pagano ha però ricordato che "Sisto è un viceministro e se quello che dice vale zero allora valgono zero anche gli accordi fatti finora in commissione".

Fonte: Today.it

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