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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Pensioni e stipendi: quanto aumentano con il decreto aiuti bis

Taglio del cuneo fiscale e rivalutazione anticipata: ecco le simulazioni per diverse fasce di reddito

Di quanto aumentano stipendi e pensioni con il decreto aiuti bis? Nel testo del provvedimento si legge che "per i periodi di paga dal 1° luglio 2022 al 31 dicembre 2022, compresa la tredicesima o i relativi ratei erogati nei predetti periodi di paga, l’esonero sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore, è incrementato di 1,2 per cento".

Il ministro dell’Economia Daniele Franco ha spiegato che il taglio del cuneo fiscale del 2 per cento totale costerà alle casse dello Stato 1,2 miliardi di euro, mentre lo stanziamento destinato alla rivalutazione di tre mesi degli assegni pensionistici è di circa 1,5 miliardi. Ecco, nel dettaglio, come cambiano stipendi e pensioni, con alcune simulazioni per diverse fasce di reddito.

Secondo le stime, la decontribuzione dell’1,2 per cento per i lavoratori dipendenti si tradurrà in un beneficio mensile che va dagli 8,3 euro al mese lordi in più per coloro che hanno un reddito lordo annuo di 9mila euro a 32,3 euro lordi in più per i redditi da 35mila euro l’anno. In sostanza, più si ha una retribuzione annua lorda vicina alla soglia dei 35mila euro, più si è avvantaggiati dal taglio del cuneo: per questa fascia, in sei mesi più la tredicesima, si ha un aumento complessivo di circa 226 euro lordi. Per chi invece ha un reddito annuo di circa 25mila euro lordi, la decontribuzione dell’1,2 per cento si traduce in un aumento mensile dello stipendio di 23,1 euro lordi. L’aumento complessivo, in sei mesi più tredicesima, è di circa 162 euro.

Per i redditi da 15mila euro lordi l’anno, invece, l’incremento della busta paga è ancora più esiguo: la decontribuzione comporta infatti un aumento mensile dello stipendio di 13,8 euro lordi. Vale a dire circa 97 euro in più in busta paga nei sei mesi da luglio a dicembre, tenendo conto anche della tredicesima. Aumento irrisorio per chi ha un reddito annuo di 10mila euro lordi: queste persone arriveranno a trovarsi con circa 9,2 euro in più in busta paga. L’aumento nei sei mesi più tredicesima è di 65 euro scarsi (64,6 euro), sempre lordi. Secondo Uil e Cgil - che hanno criticato duramente il provvedimento - le risorse stanziate dal decreto aiuti bis per il taglio al cuneo fiscale, così come quelle per la rivalutazione degli assegni pensionistici, sono insufficienti.

Per quanto riguarda la rivalutazione anticipata delle pensioni, scatterà già da ottobre e varrà il 2 per cento. Anche questo provvedimento ha incontrato le critiche dei sindacati: secondo le stime la rivalutazione comporta un aumento di circa 11 euro al mese per chi prende la pensione minima (524 euro). Chi riceve mille euro lordi ne vedrà 80 in più al mese, mentre chi ne prende duemila ne riceverà 160. E le tempistiche? Tutto dipende dall’Inps, che deve presentare i calcoli necessari entro ottobre. Ma già per quel mese potrebbe essere incluso il primo aumento, salvo ritardi tecnici o complicazioni.

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