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Pensioni, il governo pensa all'anticipo per le mamme: l'ipotesi nel dettaglio

I sindacati non sarebbero soddisfatti: "Un incontro interlocutorio, non abbiamo avuto risposte sul ripristino delle condizioni per l’accesso a Opzione donna"

Quattro mesi di anticipo per ogni figlio. Sarebbe questa la nuova ipotesi sul fronte pensioni in fase di valutazione da parte del governo. L'idea dell'esecutivo è quella di valorizzare la maternità per l’accesso a tutte le forme di pensionamento al netto di quanto sarà previsto per Opzione donna che avrà un altro canale.

Pensioni, l'anticipo per le mamme

Una misura, quella dell'anticipo di quattro mesi per ogni figlio, che non è una vera e propria novità: si tratta infatti di un’opzione già prevista dalla riforma Dini, ma soltanto per chi è nel contributivo pieno. L'intervento sarà al centro di un incontro di valutazione con il Mef con cui il ministro del Lavoro Marina Calderone è in stretto contatto, ma è già possibile fare le prime stime sul "peso" economico di questa misura: nella peggiore delle ipotesi quattro mesi di anticipo equivarrebbero a 700 milioni di euro di spesa in più. La nuova ipotesi è stata messa sul tavolo durante l'incontro avvenuto oggi, lunedì 13 febbraio, tra il sottosegretario Claudio Durigon e i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl. La possibilità di anticipare il pensionamento di 4 mesi è già nelle possibilità delle donne come previsto dalla riforma Dini, ma solo nel caso di pensioni calcolate con il contributivo puro mentre da parte del governo ci sarebbe l’intenzione di allargare la platea anche ai pensionandi con sistema misto. Sui giovani dalle carriere discontinue, invece, il ragionamento imbastito al tavolo di confronto sarebbe orientato a prevedere una integrazione al minimo in caso di pensioni basse al termine della carriera lavorativa.

"Stallo" su Opzione donna

Per quanto riguarda un altro tema caldo, ossia quello relativo a Opzione donna, ancora non sono arrivate le novità attese dai sindacati. Uno stallo sintetizzato al termine dell'incontro da Pierpaolo Bombardieri, leader della UIl: "Il governo ha messo sul tavolo una prima intenzione di modificare le norme previste dalla legge di bilancio su Opzione donna. Stanno lavorando per modificare l’attuale impostazione ma non ci hanno specificato se si tratti di un ulteriore modifica o del ripristino delle norme scadute il 31 dicembre scorso. Ci daranno una risposta nei prossimi giorni perché stanno interloquendo con il Mef sulle risorse necessarie. Noi abbiamo ribadito che con il ripristino di opzione donna come previsto prima della legge di bilancio a fronte di un aumento di spesa per i primi 5 anni ci sarebbe poi un guadagno per le casse dello stato considerato che le donne perdono il 30% della retribuzione.  Non si possono cambiare le regole in corso d’opera".

Cgil: "Incontro interlocutorio"

Un "nulla di fatto" che non ha reso felici i sindacati, come sottolineato anche dal segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari: "Un incontro assolutamente interlocutorio da cui non abbiamo avuto risposte a partire dal ripristino delle condizioni per l’accesso a Opzione donna. Un segnale che non fa ben sperare sulla credibilità e la serietà di un percorso che avrebbe ben altra ambizione. Un ripristino quello delle condizioni di Opzione donna, necessario, per il sindacato, come punto di partenza per rendere credibile un percorso che metta le donne al centro. Questo dato al momento non c’è",

"Se non riusciamo nemmeno a ritornare alla alla casella di partenza su opzione donna come potremmo dare una risposta vera alla condizione previdenziale delle lavoratrici? questa è la domanda con cui siamo rimasti al termine di questo incontro - si chiede ancora Ferrari - Quanto alle pensioni dei giovani la Cgil ha sollecitato l’ampliamento della discussione: oltre alle auspicate misure previdenziali è fondamentale tenere insieme il mercato del lavoro a partire dal contrasto alla precarietà, la vera causa di una prospettiva previdenziale critica per i giovani. Certo, con i voucher introdotti nella finanziaria e con l’ipotesi che si discuta di ritornare alla piena liberalizzazione del contratto a termine si va esattamente nella direzione opposta". 

"L'inizio di un percorso"

"Quello di oggi è l’inizio di un percorso e la nostra valutazione è positiva perché comunque abbiamo iniziato a ragionare nel dettaglio". Così Ignazio Ganga, segretario confederale Cisl, sintetizza l’esito dell’incontro oggi al Ministero del Lavoro sulla riforma delle pensioni. "Rispetto ad una visione generale della riforma già si entra infatti in alcuni particolari a cominciare dalla possibilità considerare la maternità non un fatto occasionale ma riportandola all’interno di una possibile riforma", spiega. E giudica "un’apertura del governo" il ragionamento portato al tavolo per estendere a tutte le donne la possibilità di anticipare il pensionamento di 4 mesi a figlio, ad oggi prevista solo per il contributivo puro. "Bisogna però capire meglio come questa si configurerà ", prosegue.

Fonte: Today

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