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Economia

Nutrire Trento, una comunità a supporto dell’agricoltura: aperta a nuove adesioni

Un modello imprenditoriale dove le responsabilità, i rischi e i benefici e la pianificazione dell’attività agricola non sono più sulle spalle di uno solo ma vengono equamente distribuiti sulla comunità

Una vera e propria comunità legata ai temi alimentari e spinta dai valori della sostenibilità, della solidarietà e della partecipazione collettiva. È il progetto lanciato a marzo da Nutrire Trento, che con le prime adesioni è diventato realtà.

Alla Csa (Comunità a supporto dell’agricoltura) Naturalmente in Trentino le famiglie aderenti al progetto possono scegliere il produttore e i prodotti entro la mezzanotte di sabato, per poi ritirare il loro carrello all’ortofloricoltura di Tomasi Barbara in via Fersina 20 il lunedì successivo, dalle 17.30 alle 19.30

Piccoli costi che si aggiungono alla spesa per permettere al progetto di crescere: 15 euro come quota associazione, per spese varie, assicurazione, organizzazione di eventi, 15 euro è la quota gestionale di Agorà gas, che scenderà a 5 auro nel secondo anno, mentre 50 euro vengono versati come cauzione e verranno restituiti a dicembre.

Il successo dei primi mesi di sperimentazione permette ora di allargare la comunità. Per entrare nel progetto basta scrivere a nutriretrento.fase2@gmail.com. La Csa collabora anche con l’istituto Pavoniano Artigianelli per le arti grafiche, che ha curato il logo, scelto dai partecipanti al progetto tra più proposte, e realizzerà anche altri materiali destinati alla promozione dell’iniziativa.

Una comunità che supporta l’agricoltura è un progetto che segue principi di autorganizzazione non gerarchica, finalizzato all’autoproduzione di cibo sano, locale e sostenibile. I soci finanziano in anticipo la produzione agricola con una quota annuale e ricevono durante l’anno prodotti freschi, stagionali, biologici o prodotti seguendo i principi dell’agricoltura secondo natura. Il produttore ha il vantaggio di poter godere di un capitale anticipato per far fronte alle spese, in cambio si impegna a condividere le scelte agricole.

Si tratta di un modello imprenditoriale dove le responsabilità, i rischi e i benefici e la pianificazione dell’attività agricola non sono più sulle spalle di uno solo ma vengono equamente distribuiti sulla comunità. 

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