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Economia San Giuseppe / Via dei Muredei

Caso Marangoni, Cgil: "Abbiamo firmato per evitare esuberi". USB: "Complici di un ricatto"

Botta e risposta tra sindacati di base e confederali sul caso Marangoni dove è stato firmato un accordo per la cassa integrazione straordinaria per un anno

Il ricorso alla cassa integrazione straordinaria per i lavoratori dello stabilimento Maranogni di Rovereto crea un "pericoloso precedente" per le relazioni industriali in Trentino, a dirlo è il segretario della Cgil trentina Franco Ianeselli che sottolinea come i sindacati di categoria abbiano accettato "il ricorso ad ammortizzatori sociali nella speranza di evitare pesanti esuberi".


"Serve però senso di responsabilità anche da parte dell'azienda" prosegue Ianeselli. La precisazione sembra essere rivolta più che altro ai sindacati di base che accusano i "confederal" di aver accettato un "ricatto occupazionale". Secondo USB l'unico strumento in grado di evitare licenziamenti e di migliorare le condizioni di lavoro nella fabbrica, sotto accusa per la morte di un operaio lo scorso 21 luglio, sarebbe stato il contratto di solidarietà. "Richiesta lasciata cadere immediatamente", questa l'accusa del sindacato di base che avverte: "la cassa integraizone riguarderà tutti i 280 operai, 50 non torneranno mai in fabbrica". 

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