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Lavoro, bene l'occupazione in Trentino, ma i contratti sono precari

A giugno diminuisce la disoccupazione e cresce l'occupazione. I sindacati puntano però i riflettori su contratti e inflazione

Segnali positivi sul mercato del lavoro trentino. A giugno la disoccupazione in provincia si è attestata al 4,6 per cento, in calo di 1,5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Alla riduzione dei disoccupati si associa anche un miglioramento dell’occupazione che cresce del 3,5 per cento su base annua attestandosi a 246mila unità.

I dati emergono dall’ultima indagine dell'istituto di statistica della Provincia (Ispat) sul mercato del lavoro e riguardano il secondo trimestre 2022. Nel dettaglio le persone in cerca di lavoro a giugno erano 11.800. I cali più marcati riguardano la componente maschile che si riduce del 32,5 per cento, mentre il calo tra le donne
si ferma al -17,5 per cento.

Per quanto riguarda l’occupazione, i settori che fanno segnalare l’incremento maggiore su base annua sono l’industria (+7 per cento) e servizi (+5,8 per cento). Il boom di commercio, ristorazione e alberghi (+19,7 per cento) è un effetto del perdurare, nei primi sei mesi dello scorso anno, di molte limitazioni dovute al covid che tra aprile e giugno del 2022 avevano rallentato la ripresa delle attività turistiche.

Particolarmente significativa è la dinamica degli inattivi, cioè coloro che non lavorano né cercano un lavoro. Questa componente continua il trend di riduzione sia su base congiunturale sia tendenziale. A giugno il tasso di inattività era il 26,4 per cento rispetto al 28,5 per cento dell’anno precedente.

“I dati fotografano una situazione positiva del mercato del lavoro trentino - commentano Maurizio Zabbeni, Lorenzo Pomini e Walter Largher che seguono il mercato del lavoro per Cgil, Cisl e Uil -. Dobbiamo però prestare massima attenzione a due fattori, la qualità dell’occupazione che si crea e la dinamica dell’inflazione che erode potere d’acquisto a salari e stipendi”.

A preoccupare i sindacalisti è il dato sui contratti precari, già emerso dall’ultimo bollettino dell'agenzia del lavoro. “È vero che si stanno creando nuovi posti di lavoro, spesso però non sono stabili. Questo è un tema che incide sulla qualità del lavoro e delle retribuzioni, che va affrontato con gli strumenti di politica del lavoro”, affermano le tre confederazioni.

In particolare, sul fronte retribuzioni i sindacalisti reclamano maggiore attenzione da parte della Provincia: “I contratti vanno rinnovati tempestivamente a tutti i livelli e per farlo serve un sostegno anche da parte della
Provincia, riconoscendo in primo luogo il valore dei contratti collettivi nazionali e sostenendo i rinnovi anche nelle politiche pubbliche, altrimenti con un’inflazione a due cifre i lavoratori rischiano solo di impoverirsi”.

C’è poi il timore che una possibile spirale recessiva dell’economia impatti sull’occupazione. “Quello che ci attende non è un autunno facile e sicuramente ci sarà la necessità nel prossimo futuro di accelerare sulla transizione ecologica - concludono i tre sindacalisti -. È anche per questa ragione che vanno pesanti da subito interventi di riqualificazione perché il passaggio a un’economia green, sempre più necessario visto quanto sta accadendo, non
sia pagato dalle lavoratrici e dai lavoratori”.

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