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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Trento, le imprese sono esauste: «riaprire il prima possibile!»

Diverse le richieste: riaperture, liquidità, rilancio del turismo, vaccini e snellimento della burocrazia

Tornano in piazza le tre associazioni di categoria che rappresentano le imprese del terziario in provincia di Trento, riunite simbolicamente in piazza Duomo a Trento nel pomeriggio di giovedì 1° aprille. La richiesta è quella di potrer avere un piano di riaperture certo e rapido. «Riaprire subito è una necessità vitale per le imprese» si legge nella nota stampa, «la cui sopravvivenza è a rischio a causa di troppi mesi di attività parziale o nulla». Inoltre, le associazioni hanno spiegato che è quanto più attuale la necessità di organizzare interventi concreti e sostanziali per riparare ai danni causati dai lockdown sui bilanci delle imprese: moratorie, incentivi, ristori, riduzione e, dove consentito, cancellazione degli oneri fiscali riferiti ai periodi di chiusura.

 «Sostegni adeguati non se ne vedono» dice Renato Villotti, presidente di Confesercenti del Trentino «qualche migliaio di euro previsti dal Dl Sostegni non può compensare oltre un anno di crisi. Si stanno facendo manovre che dagli operatori vengono recepite come delle beffe e questo crea malumori. Sebbene sia positivo il superamento del codice Ateco come criterio di selezione delle imprese, resta inaccettabile il colpo di spugna sulle perdite subite dalle imprese nel 2020 e mai ristorate. Chiediamo un raddrizzamento di linea: ci sono migliaia di imprese in attesa. Non tutto è negativo. C'è da fare un plauso alla politica trentina che ha accolto, in Consiglio Provinciale all'unanimità la mozione 322 "Sostegno agli esercizi pubblici in conseguenza dell'epidemia in corso, ora anche i Comuni devono fare la loro parte intervenendo sulle tasse locali».I

In  piazza giovedì pomeriggio si sono riuniti il presidente di Confcommercio Trentino Giovanni Bort, il presidente di Confesercenti del Trentino Renato Villotti ed il presidente di Asat Gianni Battaiola, per esprimere lo stato di crisi in cui versano le imprese del terziario: esercizi commerciali, bar, ristoranti, alberghi, attività di servizio, grossisti, agenzie viaggio vivono da mesi nell’incertezza e alle prese con calo di fatturato, mancanza di liquidità, operatività limitata quando non del tutto assente. «A più di un anno dal primo lockdown è impensabile dover gestire la pandemia nell’incertezza, costringendo le imprese del terziario a pagare il prezzo più alto tra le conseguenze economiche» si legge ancora nella nota. All’unisono, i rappresentanti delle associazioni di categoria chiedono un piano di apertura certo e rapido, interventi a sostegno delle imprese e maggiore sensibilità per un settore vitale per la nostra provincia.

«Oggi siamo una situazione molto diversa» spiega il presidente di Confcommercio Trentino Giovanni Bort «rispetto ad un anno fa. Cittadini e imprese sono fiaccati da mesi difficili ma, sebbene la situazione sia ancora complessa dal punto di vista sanitario e ancor più economico, iniziamo a vedere la luce. Occorre lavorare speditamente per garantire alle imprese una riapertura totale e definitiva: c’è bisogno di un lavoro di squadra tra pubblico e privato perché in gioco non c’è solo il destino di migliaia di imprese ma anche quello di un intero territorio. Spesso è difficile capire la ratio di alcune scelte assunte a livello centrale: una Provincia Autonoma come la nostra, che ha dato dimostrazione di saper affrontare l’emergenza in modo responsabile, deve poter disporre di risorse e strumenti per organizzare l’apertura di tutte le attività economiche, con particolare riguardo al comparto turistico».

Ad aprile, ormai, anche la stagione invernale è conclusa. Una stagione che non è proprio partita, quella 2020-2021, oltre ad aver visto gli impianti lavorare sodo per ripartire e poi rimanere chiusi, causa restrizioni sempre più ferree importe dal governo per contrastare il contagio da coronavirus che ancora tiene sotto scacco l'Italia. «Il turismo trentino è allo stremo. La stagione invernale» afferma il presidente dell’Asat Giovanni Battaiola «è ormai ufficialmente chiusa, senza nemmeno essere partita. Questo, significa, perdite in bilancio certe, che oscillano tra il 50% e il 70% a seconda della località turistica trentina presa in esame. Al momento non abbiamo strumenti per poterci risollevare: il blocco della mobilità non ci permette di lavorare, l’ultimo Decreto sostegni non è “tarato” sulle perdite subìte dalle strutture ricettive (soprattutto per l’anno 2021), le moratorie sono in scadenza e questo comporta un problema di liquidità. L’imperativo è “ripartire”. Puntiamo all’introduzione del “digital green pass” che consenta lo spostamento tra Regioni e tra Stati ai vaccinati oppure a chi è in possesso di tampone negativo, autorizzando gli spostamenti per motivazione di vacanza e di turismo, all’interno di protocolli di sicurezza già sperimentati che funzionano. È importante accelerare con la somministrazione dei vaccini alla popolazione. In particolare, insieme a Federalberghi, abbiamo richiesto che gli operatori del turismo rientrino nelle “categorie prioritarie” per ricevere il vaccino, in maniera da incrementare maggiormente il livello di sicurezza delle strutture ricettive».

I presidenti hanno elencato i cinque punti essenziali per la ripresa:

Riaprire subito

Oggi le imprese, ancor prima di ristori e indennizzi, chiedono di poter lavorare. In sicurezza, secondo i protocolli già approvati e sottoscritti anche dalle autorità sanitarie, ma è essenziale procedere subito ad un piano graduale ma completo di apertura di tutti gli esercizi commerciali. Questo regime di chiusure non è più sostenibile dal tessuto imprenditoriale e le ricadute rischiano di coinvolgere l’intera società.

Vaccini rapidi e sicuri

Una condizione necessaria alla riapertura totale, verso la cosiddetta immunità di gregge, è sicuramente la messa in pratica di un piano vaccinale d’emergenza, rapido e sicuro. Non sono ammissibili ritardi e altri disguidi dovuti a disorganizzazione e superficialità: la copertura vaccinale non è soltanto un fatto sanitario ma anche economico. Riteniamo opportuno anche prevedere una corsia prioritaria di vaccinazione per chi lavora nelle strutture ricettive, commerciali e della somministrazione, per raggiungere il prima possibile un territorio Covid-19 free. 

Maggiore liquidità per le imprese

Uno dei problemi maggiori con cui si confrontano le imprese è quello della scarsa liquidità dovuta alla operatività ridotta, quando non sospesa. Le spese, invece, sono rimaste invariate, mentre i ristori - quando e se arrivano - non sono assolutamente sufficienti a compensare le perdite. Per questo motivo è essenziale prevedere, con estrema velocità, un pacchetto di interventi che consentano alle imprese di disporre di maggiore liquidità attraverso: 

-       riduzione delle tasse e dei tributi locali fino, dove ciò è possibile, al loro azzeramento, in proporzione alla effettiva operatività dell’impresa. È profondamente iniquo pretendere la corresponsione di un pagamento a fronte di un servizio non erogato o erogato in maniera parziale. 

-       moratoria sui mutui e possibilità di rinegoziazione degli stessi che preveda l’allungamento dei termini. Gli istituti di credito in questo momento particolare della storia del nostro Paese devono riappropriarsi del ruolo di “partner” del sistema economico, contribuendo a sostenerne la ripresa.

-       indennizzi e ristori concreti ed efficaci. Quando fatto finora dal Governo, seppur apprezzabile, costituisce un contributo insufficiente a sostenere le imprese. Occorre fare di più, anche a livello provinciale, attingendo dalle risorse straordinarie messe in campo dai piani di intervento europei.

Rilancio del turismo

            L’importanza del turismo per il Trentino è evidente. L’indotto generato dal settore costituisce un volano di sviluppo per l’intera economia e rappresenta, in prospettiva, uno degli asset fondamentali per il futuro. È necessario fin da subito mettere in campo un piano di sostegno e rilancio del turismo.

Innovazione e snellimento burocratico

La pandemia ha messo in luce i punti dolenti a livello nazionale. Dalla scuola alla pubblica amministrazione è necessario compiere scelte innovative che colmino il divario con i Paesi più evoluti e accrescano l’attrattività e la competitività del fare impresa in Italia. Occorre investire su progetti come la banda larga diffusa, ed in questo senso non possiamo che plaudire ai progetti messi in campo dalla Provincia Autonoma di Trento. I molti sistemi di eccellenza provinciale possono costituire i catalizzatori di uno sviluppo organico che consenta al Trentino di allinearsi alle regioni più sviluppate dello spazio condiviso europeo. 

 

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