Asat boccia l'Ente bilaterale unico. I sindacati: "Predica bene e razzola male"
Confcommercio e Confesercenti hanno confermato la propria determinazione alla fusione in tempi brevi, le parti sociali sono d'accordo, ma Asat è contraria. I sindacati: "Il presidente Libardi contraddice sè stesso"
L'Ente bilaterale unico del terziario (Ebu) che dovrebbe unificare i tre enti del commercio, turismo e esercenti, suscita polemica ancora prima di nascere. Se ne parla ormai da qualche anno, Confcommercio e Confesercenti hanno confermato la propria determinazione alla fusione in tempi brevi, le parti sociali sono d'accordo, eppure qualcosa è andato storto.
"Asat predica bene, ma razzola male. Potremmo sintetizzare così il risultato dell'incontro di venerdì scorso che doveva concretizzare e togliere gli ultimi dubbi in merito al percorso per arrivare in tempi brevi alla costituzione dell'ente bilaterale unico di turismo e commercio in Trentino". Lo dicono i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil del Trentino, Paolo Burli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti.
"Il consulente incaricato dalle parti di verificare, dal punto di vista tecnico, la fattibilità del progetto ha tolto ogni dubbio confermando che l'unificazione del sistema bilaterale era e rimane solo legata alla volontà politica delle parti sociali. Asat a questo punto, in maniera netta, si è detta contraria all'Ente unico, in contrasto con la volontà sia delle parti sindacali, ma anche di Confcommercio e Confesercenti".
Una scelta quella di Asat e del suo presidente che, secondo le parti sociali, "contraddice la sua stessa firma di due anni or sono, ma che contrasta anche con i continui richiami alla politica da parte del presidente Libardi ad interventi veloci e puntuali in campo economico ed in particolare in quello del turismo. Peccato che proprio il presidente di Asat (Luca Libardi, ndr) non sia stato in grado di fare una scelta che porterebbe finalmente beneficio alle imprese del suo settore ed ai lavoratori che a parole si vuole fidelizzare e formare. Mentre Libardi decide cosa fare, nelle casse degli enti bilaterali del turismo e del commercio dormono sonni tranquilli oltre 5 milioni di euro, lo stesso sonno che non si possono permettere i titolari delle aziende che Libardi vuole rappresentare e le lavoratrici ed i lavoratori che sono impiegati per quelle imprese e che rischiano di non esserlo più a causa della crisi".