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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Edilizia, in stallo il rinnovo del contratto provinciale per 9.700 addetti

I sindacati annunciano per giugno uno sciopero in piazza contro il muro sollevato da imprese industriali e artigiane

È da quasi due anni che i 9.700 edili trentini attendono il rinnovo del contratto integrativo provinciale. La trattativa però è a un punto di stallo per il muro sollevato da imprese industriali e artigiane di fronte alle richieste dei sindacati. Per questo Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil hanno annunciato per giugno uno sciopero in piazza.

“I lavoratori del settore hanno un bisogno estremo di vedere rinnovato il contatto di secondo livello per avere uno strumento in più per contrastare il carovita - dicono i segretari generali Sandra Ferrari (Fillea-Cgil), Fabrizio Bignotti (Filca-Cisl) e Matteo Salvetti (Feneal-Uil) -. In questo momento il settore va bene e nonostante tutto le imprese hanno rifiutato quasi tutte le nostre richieste”.

Matteo Salvetti, Sandra Ferrari e Fabrizio Bignotti-2

Da sinistra i sindacalisti Matteo Salvetti, Sandra Ferrari e Fabrizio Bignotti

Ad oggi le imprese si sono dette disponibili solo a una maggiorazione di 50 centesimi sulla mensa e ad aprire al trasporto casa-lavoro. Nulla sulle trasferte, sugli inquadramenti e sulle indennità di disgaggio. Il punto di maggiore frizione è però la malattia. Le imprese non vogliono farsi carico al 100 per cento dei primi tre giorni di malattia come prevede il contratto provinciale vigente. “Non possiamo accettare che si torni indietro peggiorando le condizioni di lavoro”, insistono i sindacati.

C’è poi la partita sulla salute e la sicurezza. Fillea, Filca e Feneal chiedono che si metta nero su bianco nel contratto l’istituzione della figura del responsabile dei lavoratori per la sicurezza territoriale: “Le aziende dimostrino nei fatti che la sicurezza dei lavoratori è una priorità. E che la prevenzione è il primo strumento per ridurre gli infortuni. Ad oggi non abbiamo ottenuto alcuna apertura su questo punto e per noi è gravissimo”, concludono Ferrari, Bignotti e Salvetti.

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