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Economia

Decreto Sostegno e il cambio necessario

Su bonus e aiuti finora siamo tra i "peggiori" in Europa

Sarà necessario un nuovo scostamento di bilancio per contenere l’emergenza e preparare il rilancio dell’economia. Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha annunciato che chiederà al Parlamento di poter affrontare nuove spese in deficit. I 32 miliardi autorizzati dalle Camere due mesi fa verranno tutti impegnati per il decreto Sostegni che sarà approvato la prossima settimana. Ma si andrà oltre, con modalità ancora da definire. Serve un cambio di passo. La riunione dei ministri dell'Economia Daniele Franco e dei Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà con i capigruppo della maggioranza sul decreto Sostegni dovrebbe tenersi nel tardo pomeriggio di lunedì 15 marzo. Sarà il primo tavolo di confronto tra governo e maggioranza sul testo del provvedimento, che dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri qualche giorno dopo. Obiettivo: chiudere entro venerdì.

La stima sugli aiuti 

Come riporta Today, tra bonus economici, cassa integrazione, assunzioni/investimenti nella sanità, sospensione e taglio delle tasse, ristori, sussidi, contributi a fondo perduto, eccetera, l'anno scorso ogni cittadino italiano ha in media - sulla carta - ricevuto 1.979 euro dallo Stato per fronteggiare gli effetti negativi provocati dalla pandemia, contro una media dei paesi dell'Area Euro che si stima in 2.518 euro pro capite (+539 euro rispetto alla media Italia). E' il calcolo dell'Ufficio studi della Cgia di Mestre che avverte come questa comparazione, riferita al 2020, ovviamente non include i 32 miliardi di euro di scostamento di bilancio che sono stati approvati dal Parlamento italiano nello scorso mese di gennaio e che, nei prossimi giorni, dovrebbero consentire l'approvazione del ''decreto Sostegno''.

"Sebbene siamo stati la nazione che in Europa ha registrato il più alto numero di vittime a causa del Covid e, contestualmente, abbiamo subito il crollo del Pil tra i più rovinosi di tutta l'Ue, nel confronto con i principali paesi dell'Unione siamo, assieme alla Spagna, coloro che hanno 'aiutato' in misura più contenuta i propri cittadini/imprese" si legge nella nota. L'Austria, ad esempio, ha erogato 3.881 euro per ogni abitante (+1.902 euro rispetto a noi), il Belgio 3.688 euro (+1.709 euro), i Paesi Bassi 3.443 euro (+1.464 euro), la Germania 2.938 (+ 959 euro) e la Francia 2.455 euro (+476 euro rispetto all'Italia). Solo la Spagna, con 1.977 euro pro capite, ha stanziato leggermente meno di noi (-2 euro).

Tornando al confronto con altri paesi, lo scostamento del deficit pubblico italiano (dato dalla differenza tra quello riferito al 2020 e la media 2015-2019) è stato, in valore assoluto, pari a 118 miliardi di euro. Tra i paesi dell'Area Euro solo la Germania (244,3 miliardi) e la Francia (165,3 miliardi di euro) hanno introdotto delle misure economicamente più espansive delle nostre. La Spagna, che in termini pro capite presenta lo stesso nostro importo, in termini assoluti risulta aver ''erogato'' molto meno: precisamente 93,6 miliardi. Visto l'andamento dei contagi di questi ultimi giorni, nelle prossime 2-3 settimane una buona parte del Paese si troverà in ''rosso'', sottolinea la Cgia. Pertanto, moltissime attività commerciali (abbigliamento, calzature, articoli sportivi, etc.) e dei servizi alla persona (barbieri, parrucchieri ed estetiste) rimarranno chiusi. Senza contare che i bar e i ristoranti sono stati costretti ad abbassare la saracinesca già dal momento in cui la regione di appartenenza è diventata ''arancione''.

Dalla Cgia fanno sapere che "nessuno mette in discussione il diritto/dovere del governo di introdurre delle limitazioni alla mobilità e imporre la chiusura delle attività economiche al fine di tutelare la salute pubblica. Quello che gli operatori contestano è che gli indennizzi economici fino ad ora erogati alle attività che sono state costrette a chiudere sono arrivati in grave ritardo e sono stati del tutto insufficienti. Negli ultimi mesi, inoltre, la situazione è addirittura peggiorata. A seguito dei mini-lockdown imposti negli scorsi mesi di novembre e dicembre, a distanza di quasi 2 mesi e mezzo i risarcimenti devono ancora essere definiti e, conseguentemente, stanziati. Un ritardo che sta mettendo in seria difficoltà economica tantissime micro e piccole attività commerciali ed artigianali" conclude la Cgia.

Il nuovo decreto

Sebbene sia stata superata la logica dei codici Ateco, il nuovo 'decreto Sostegno', in fase di definizione in questi giorni dal Governo Draghi, non persuade ancora gli artigiani e i piccoli imprenditori mestrini. Lo rende noto la Cgia spiegando che in primo luogo "i tempi di erogazione si stanno allungando ingiustificatamente; in secondo luogo perché pare che questa misura non includa ancora stanziamenti pubblici in grado di compensare una percentuale significativa dei mancati incassi, ma nemmeno parte delle spese fisse che le attività, in particolar modo quelle chiuse per decreto, continuano a sostenere". "Sottolineiamo che nei mesi scorsi l'Unione Europea ha modificato il Temporary Framework (quadro temporaneo per le misure degli aiuti di Stato alle imprese) procrastinandone gli effetti fino al 31 dicembre di quest'anno. Tra le altre cose, agli Stati membri - prosegue la Cgia - è stata concessa la possibilità, per sostenere le attività che hanno registrato una caduta del fatturato di almeno il 30 per cento, di alzare da 800 mila a 3 milioni di euro il tetto degli aiuti di Stato. Una via subito praticata dalla Francia che da gennaio ha annunciato sostegni fino al 70 per cento dei costi fissi a supporto delle imprese più colpite dal lockdown" rileva la Cgia.

"È evidente che questa ulteriore spesa corrente contribuirebbe ad aumentare il debito pubblico del nostro Paese, ma è altrettanto vero che se non salviamo le imprese e i posti di lavoro, non poniamo le basi per far ripartire la crescita economica che rimane l'unica possibilità in grado di ridurre nei prossimi anni la mole di debito pubblico che abbiamo spaventosamente accumulato con questa crisi. Con il rischio di una desertificazione che va a colpire soprattutto i centri storici e i nostri quartieri, poiché non potranno più contare sulla presenza di tantissime botteghe artigiane e negozi di vicinato" conclude la nota degli artigiani di Mestre.

Il parere di Draghi

Intanto per chi svolge attività che non consentono lo smart working, "sarà riconosciuto l’accesso ai congedi parentali straordinari o al contributo baby-sitting" ha fatto sapere ieri il premier, che garantisce che i sussidi del decreto Sostegno arriveranno velocemente e in più, tra i provvedimenti più importanti, vi è “il prolungamento della cassa integrazione guadagni, un più ampio finanziamento degli strumenti di contrasto alla povertà, per sostenere i “nuovi poveri”. Messaggio anche ai lavoratori e partite Iva: "Agli autonomi e alle partite Iva che hanno patito perdite di fatturato riconosceremo contributi in forma più semplice e immediata, senza criteri settoriali. Non sappiamo quando usciremo da questa situazione. Ma quando ne usciremo dobbiamo essere organizzati per la riapertura delle attività economiche e dovremo aggiornare già oggi i protocolli regionali". Staremo a vedere.

Tempistiche 

Il via libera del Consiglio dei ministri per il nuovo decreto arriverà nel corso della prossima settimana. Che cosa dovrebbe contenere? Indennizzi per le attività fino a 5 milioni di euro: per il ristoro si terrà conto del calo di fatturato su base annua e non bimestrale, come trapelato in alcune bozze. O per lo meno questo è il chiarimento giunto dal Mise dopo i malumori delle attività minori. Il ristoro decresce con l'aumento del fatturato (annuo, calcolato sul 2019): al 20% fino a 400mila euro, al 15% fino a 1 milione e al 10% fra 1 e 5 milioni. In ogni caso il sostegno sarebbe compreso fra un minimo di mille euro (2mila per le società) e 150mila euro. Costo complessivo dell'operazione: circa 9,5 miliardi di euro.

Il pacchetto 'lavoro' del dl Sostegni dovrebbe prevedere la proroga del blocco dei licenziamenti fino al 30 giugno e l'allungamento a fine anno della Cig Covid-19. Nel decreto potrebbe trovare spazio anche una nuova deroga al dl dignità per facilitare i contratti a termine. Il dl dovrebbe destinare 1 miliardo al rifinanziamento del Reddito di cittadinanza e dovrebbe prorogare il Reddito di emergenza. Nel Dl Sostegni dovrebbe entrare lo stralcio delle cartelle pre-2015 entro i 5mila euro. In arrivo una rottamazione ad hoc per la partite Iva che nel 2020 hanno registrato una diminuzione del volume d’affari superiore al 33% La norma consentirebbe ai beneficiari il pagamento senza sanzioni e interessi delle somme dovute nei periodi di imposta 2017 e 2018. Le scadenze per i versamenti legati alle cartelle esattoriali sono sospesi fino al 30 aprile ma dal 1 marzo riparte la macchina della riscossione con la notifica dei nuovi atti. Le scadenze sospese andranno saldate "entro il sessantesimo giorno" dal termine della sospensione. Modificate anche le scadenze per le rate della rottamazione e del saldo e stralcio del 2018. Ristoro di 1.000 euro per tre mensilità per i lavoratori stagionali e per il comparto turistico.

Il M5s in pressing: “Il decreto Sostegni continua a tardare nonostante l’urgenza dei ristori e delle altre misure anti-crisi. Le indiscrezioni che leggiamo sulla stampa e il fatto che le forze di maggioranza non conoscano ancora i dettagli del decreto ci fa pensare che il testo non sia chiuso. Le stesse categorie produttive non sanno cosa aspettarsi. A scanso di equivoci è bene dire che un nuovo rinvio non sarebbe in alcun modo accettabile. È passato un mese dall’insediamento del nuovo governo e tre mesi dallo scostamento da 32 miliardi di euro autorizzato dal Parlamento. Il governo acceleri e licenzi il decreto a inizio settimana. Le imprese, i lavoratori, i professionisti, i commercianti, le famiglie non possono aspettare oltre” dichiarano in una nota i deputati M5S della commissione Finanze.

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