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Economia

Bollette luce e gas: nuovo decreto del governo con gli aiuti

Draghi: "Interventi per aumentare la produzione di gas italiano, che può essere venduto a prezzi più bassi"

Gli aumenti dei costi preoccupano tutti. Si registra un +131 per cento nel primo trimestre del 2022 rispetto al 2021 per quanto riguarda l'energia elettrica secondo i dati forniti dall'autorità per l'energia Arera. Come riporta Today, è altissimo anche l'aumento per il gas naturale: +94%. Per far fronte ai rincari e cercare di contenere i prezzi delle bollette, venerdì 18 febbraio il governo ha varato un nuovo intervento con misure a sostegno delle famiglie e delle imprese, in aggiunta ai 9,5 miliardi di euro già stanziati negli ultimi mesi per fronteggiare i rincari energetici.

Bollette: il nuovo decreto del governo contro i rincari

Nella mattinata si è tenuta a Palazzo Chigi una nuova cabina di regia a cui hanno partecipato il presidente del Consiglio Mario Draghi e i ministri Stefano Patuanelli, Andrea Orlando, Roberto Speranza, Mariastella Gelmini, Giancarlo Giorgetti ed Elena Bonetti, mentre il Consiglio dei ministri si è riunito alle 15.30 per varare le nuove misure. Dopo il Cdm, per illustrare il provvedimento approvato all'unanimità, il premier ha tenuto una conferenza stampa con i ministri Daniele Franco (economia), Giancarlo Giorgetti (sviluppo economico) e Roberto Cingolani (transizione ecologica).

L'intervento è di circa otto miliardi di euro per i dossier economici aperti, di cui circa sei destinati a limitare gli effetti del caro bollette per il secondo trimestre del 2022. Non c'è il ricorso a un nuovo scostamento di bilancio, che avrebbe richiesto un ulteriore passaggio in Parlamento. Il presidente del Consiglio ha precisato: "Sono fondi stanziati senza ricorrere a nuovi scostamenti di bilancio, ma grazie a margini che derivano dagli ottimi risultati della crescita dello scorso anno". Nello specifico, sul tema delle bollette di luce e gas, Draghi ha detto che "il governo vuole intervenire fin da ora per evitare che il rincaro dell'energia si traduca in un minor potere di acquisto delle famiglie e in una minore competitività delle imprese". Per questo, l'esecutivo amplierà "le misure di riduzione delle bollette per imprese e famiglie al secondo trimestre dell'anno". Si interveniene inoltre per "aumentare la produzione di gas italiano, che può essere venduto a prezzi più bassi" di quello di altri paesi.

La fetta più grande delle risorse è destinata a un intervento sul contenimento del costo dell'energia elettrica nel secondo trimestre dell'anno (come già avvenuto nel primo), per circa 3 miliardi di euro. Nel dettaglio, si tratta dell'azzeramento degli oneri generali di sistema sull'elettricità (voce sotto cui ricadono molte iniziative sia per il miglioramento dell'efficienza energetica sia per il sostegno di varie politiche industriali), sia per le famiglie che per le piccole e medie imprese e le aziende più grandi. Confermata la "protezione" dei 3,5 milioni di nuclei familiari con redditi bassi che godono del bonus bollette.

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Lo stesso intervento arriva anche per contenere il prezzo del gas nel secondo trimestre del 2022, finanziato con la riduzione dell'Iva al 5% per circa 590 milioni e la riduzione degli oneri sul gas per 480 milioni. Ulteriori 700 milioni di euro sono stanziati a favore delle cosiddette aziende "energivore", cioè che richiedono grandi quantità di energia elettrica per operare correttamente, e 500 milioni per le imprese "gasivore".

Nel decreto sono presenti anche fondi per gli enti locali per 1,7 miliardi di euro. "L'incremento di 50 milioni del fondo per ristorare i comuni dell'imposta di soggiorno, un fondo straordinario per i comuni di 200 milioni per far fronte ai rincari e di 50 milioni per città metropolitane e province. Ci sono 900 milioni per il fondo per la rigenerazione urbana e destiniamo al fondo per la revisione dei prezzi dei materiali nei contratti pubblici 100 milioni. 400 milioni sono destinati alle eegioni per le spese sanitarie", ha detto il viceministro dell'Economia Laura Castelli.

Il Consiglio dei ministri ha deciso inoltre di portare le capacità di "stoccaggio nazionali disponibili" a un livello di riempimento di almeno il 90% per aumentare la sicurezza delle forniture di gas naturale. Il ministro della transizione ecologica, entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, deve adottare misure ad hoc.

Il credito d'imposta per le imprese

Arriva anche il credito d'imposta per le imprese che effettuano investimenti per l'efficienza energetica e promuovono la produzione di energia da fonti rinnovabili nelle regioni del sud, pari a 145 milioni di euro all'anno per il biennio 2022 e 2023. Per promuovere invece la produzione di energia elettrica rinnovabile e l'autoconsumo per le piccole e medie imprese nasce il "fondo rinnovabili pmi" con una dote di 267 milioni. Per quanto riguarda il credito d'imposta, rientrano nell'agevolazione "gli investimenti per conseguire maggiore efficienza energetica e per l'auto produzione di energia da fonti rinnovabili nell'ambito delle strutture produttive".

Il fondo per l'automotive

Con il decreto bollette arriva anche un fondo unico pluriennale per il settore dell'automotive. Il premier Mario Draghi e il ministro Giorgetti hanno annunciato che le risorse messe in campo sono pari a un miliardo l'anno, per otto anni. L'obiettivo del governo rimane quello di accelerare sulla transizione verso modelli di auto meno inquinanti.

La stretta sui crediti del superbonus

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera all'unanimità anche al decreto sulle cessioni dei crediti legati ai bonus edilizi, compreso il superbonus 110%. L'obiettivo del governo è quello di adottare misure a contrasto delle frodi in materia edilizia: multe fino a centomila euro e carcerazione fino ai 5 anni per false dichiarazioni o omissione. Oltre alla cessione dei crediti edilizi del primo richiedente, inoltre, potranno essere richieste altre due cessioni "ma solo se effettuate a favore di banche e intermediari iscritti all'albo".

Draghi ha tracciato anche un quadro più ampio dello stato di salute economica italiana. "Buone notizie sul fronte del mercato del lavoro. Il numero degli occupati - ha detto il premier - è cresciuto in Italia, fra gennaio e dicembre, di oltre 650mila unità e il tasso di occupazione è aumentato di 2,2 punti percentuali, ritornando al livello di prima della pandemia". Tuttavia, Draghi non ha nascosto che "ovviamente ci sono delle criticità a cui ci siamo abituati e a cui non dobbiamo abituarci. La maggior parte dei nuovi dipendenti nell'ultimo anno ha firmato un contratto a tempo determinato e solo un quarto ha firmato un contratto permanente".

Fonte: Today

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