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Edilizia: i posti di lavoro persi non sono 1.200, ma oltre 3.800

I sindacati: "Da mesi chiediamo alle imprese di smetterla di lamentarsi e di dar vita agli Stati generali dell'edilizia costituendo un tavolo permanente di confronto tra imprese e sindacati per rilanciare e qualificare il settore"

"La situazione del comparto edile è drammatica. I numeri presentati dalla Provincia riguardano solo l'artigianato e non tutto il comparto delle costruzioni. Osservando i dati della Cassa Edile, come sindacati stimiamo una perdita complessiva di 3.800 posti di lavoro negli ultimi quattro anni. Ma la crisi nasce da lontano ed è figlia anche di un boom che non tornerà più. Per questo da mesi chiediamo alle imprese di smetterla di lamentarsi e di dar vita agli Stati generali dell'edilizia costituendo un tavolo permanente di confronto tra imprese e sindacati dentro il quale condividere dati, analisi, strategie ed iniziative comuni per rilanciare e qualificare il settore. Le vecchie ricette non funzionano più".
 
I segretari generali di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil del Trentino, Gianni Tomasi, Stefano Pisetta e Maurizio Zabbeni, chiedono responsabilità alle aziende del settore edile in Trentino. Non si nascondo che la crisi in atto sia devastante e concordano con le associazioni datoriali rispetto alla necessità di risolvere il problema dell'accesso al credito, che strangola anche le imprese sane, e all'urgenza di applicare a tutti gli enti locali i regolamenti provinciali sugli appalti, garantendo anche una seria programmazione dei lavori pubblici. 

Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil del Trentino reclamano l'avvio dell'Osservatorio dell'edilizia per monitorare in tempo reale la regolarità dei cantieri in provincia. Insieme a questo presidio, che servirebbe ad elevare la qualificazione delle imprese mettendo fuori dal mercato chi compete solo aggirando le norme, i sindacati chiedono che anche le imprese si facciano carico della riqualificazione degli addetti con percorsi di formazione continua. "Abbiamo concordato l'avvio di una borsa lavoro – spiegano Tomasi, Pisetta e Zabbeni – che aiuti l'incontro tra domanda ed offerta e che consenta la riqualificazione del personale, sia quello che dovrà formasi all'uso delle nuove tecniche costruttive, sia quello che dovrà essere ricollocato in altri comparti. Dobbiamo dare attuazione a questo strumento. Riteniamo indispensabile la concretizzazione della patente a punti per le imprese edili in modo da far emergere nel mercato le aziende sane. Così, pur all'interno di un sistema di libera concorrenza, sarebbe più facile per il sistema creditizio e per le istituzioni in occasione di appalti, individuare le imprese che meritano". 

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