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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia Centro storico / Piazza Dante

Mele, contributi per chi impianta varietà più resistenti

Nuove varietà sostituiranno quelle attualmente presenti in Trentino, troppo esposte alla ticchiolatura. Lo scopo è anche quello di diminuire l'uso di pesticidi

Novità per il settore frutticolo, ed in particolare la coltura del melo, reduce da un'annata tragica per la produzione. La Giunta provinciale ha varato un nuovo piano di  contributi per rinnovare i meleti trentini estirpando gli impianti sistenti e sostituendoli con nuove varietà più resistenti.

Il provvedimento punta ad immettere varietà resistenti alla ticchiolatura, malattia causata dal fungo Venturia pirina, da sempre una delle piaghe del settore, ottenendo così il diplice risultato di un abbassamento della quantità di fitofarmaci usati oggi per proteggere le varietà di melo.

Si tratta, spiega una nota, di varietà apprezzate dal mercato, che spuntano prezzi molto interessanti e che consentiranno alle aziende frutticole trentine di aumentare la propria redditività. Il contributo riguarda solamente cooperative ed associazioni, comprese però le associazioni agrarie che effettuerannno estirpi e reimpianti a non solamente su terreni propri ma (è questa la maggioranza dei casi) a beneficio dei soci.

La spesa ammessa a contributo, per ciascun socio, va da 2.500 a 40.000 euro, per un contributo del 40%. Per l'anno 2018 sono stati assegnnati a questa tipologia di contributo 3 milioni di euro. 

Rimanendo in ambito agrario sono in arrivo anche gli annuali contributi per l'apicoltura finanziati interamente dallo Stato e dall'Unione europea. Alla Provincia autonoma di Trento è stato assegnato l'importo di 101.399 euro. Anche in questo caso sono previsti contributi per le associazioni di apicoltori (corsi di formazione, assistenza tecnica agli apicoltori, analisi del miele, con contributo dell'80 e 90% della spesa ammessa) ma anche per i singoli apicoltori (acquisto di arnie, attrezzature per nomadismo, rimorchi, famiglie e/o pacchi di api delle razze ligustica e carnica, con contributo del 50% - 60% della spesa ammessa).

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