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Economia

Contributi per le imprese gestite da giovani e donne

Sono previsti due tipi di agevolazione. Il primo è un contributo a fondo perduto fino al 50% dei costi sostenuti per l'avvio dell'attività. L'altro è un contributo a fondo perduto fino al 50% per servizi di consulenza

Pronti i criteri per la nuova imprenditorialità femminile e giovanile e per favorire la continuità generazionale nelle aziende. Si tratta dell'attuazione di due articoli inseriti nella legge provinciale 6/1999 con la riforma della legge provinciale 12/2011 di revisione degli incentivi alle imprese. Le procedure di presentazione e di istruttoria possono essere effettuate per via telematica o con una casella di posta certificata.

Aiuti per la nuova imprenditorialità femminile e giovanile
 
Gli interventi sono riservati dalla legge alle nuove imprese ossia a quelle costituite da non più di ventiquattro mesi al momento della presentazione della domanda. In particolare possono accedere agli aiuti le imprese dove le donne ed i giovani (di età non superiore a 35 anni) rappresentano la maggioranza del capitale e degli organi di amministrazione.
 
Tutti i settori imprenditoriali possono richiedere gli aiuti (non ci sono esclusioni in base a codici di attività). Le condizioni sono: essere iscritti nel Registro imprese di Trento; non avere in corso procedure concorsuali; disporre soltanto di unità locali sul territorio trentino.
 
Sono previsti due tipi di agevolazione. Il primo è un contributo a fondo perduto fino al 50% dei costi sostenuti dall’impresa femminile o giovanile per l’avvio dell’attività. Tra i costi rientrano le spese di costituzione (legali, amministrative e di consulenza), gli interessi su finanziamenti bancari (il contributo può coprire fino al 50% del costo degli interessi del mutuo contratto dall'impresa fino ad un importo massimo di 50.000 euro), le spese per energia, acqua e riscaldamento ed i costi per contributi previdenziali per figli e familiari. Il contributo è relativo a costi sostenuti in un periodo massimo di cinque anni dopo la costituzione dell’impresa.
 
L'altro è un contributo a fondo perduto fino al 50% per l’acquisizione di servizi di consulenza che le imprese femminili o giovanili devono acquisire per la valutazione complessiva dell’azienda, per la realizzazione di un piano strategico (business plan), per l’analisi economico finanziaria, per il tutoraggio e per la formazione pre-imprenditoriale.
 
Sono ammissibili tutte le spese sostenute fino a 12 mesi precedenti la presentazione della domanda e, comunque fino al 31 dicembre 2012, le spese sostenute a partire dall’entrata in vigore della legge (dal 10 agosto 2011).
 
Il livello di agevolazione per i costi di avvio è graduato in funzione degli anni di attività (maggiore aiuto per i primi anni: 50%, minore per gli anni successivi: dal 30% al 15%). In ogni caso per le imprese avviate da donne-giovani è riconosciuta sempre la percentuale massima di aiuto (50%).
 
Quanto alle spese sono posti limiti minimi - 10mila euro per ciascuna domanda che potrà comprendere i costi relativi all’avvio per tutti i 5 anni, nonché i costi di consulenza - e massimi - 20mila euro per spese legali e amministrative. euro 20.000 all’anno per ciascun anno per gli altri costi di avvio; euro 50.000 per consulenze. Le procedure di presentazione e di istruttoria sono ispirate alla massima semplicità: presentazione telematica o via pec; procedura automatica di istruttoria; erogazione dell’aiuto di anno in anno ad avvenuta dimostrazione dei costi sostenuti.
 
Aiuti per il passaggio generazionale
 
Possono beneficiare dell’intervento le piccole imprese a gestione familiare che hanno effettuato (da non più di 24 mesi al momento della domanda) o che intendono effettuare il passaggio generazionale. La definizione di impresa a gestione familiare e di passaggio generazione è stata formulata tenendo conto dell’ordine del giorno approvato in Consiglio provinciale a margine dell’esame della legge di riforma degli incentivi.
 Per definire l’impresa a gestione familiare è richiesta la proprietà di almeno il 75% da parte di soggetti legati da rapporto di parentela e la presenza negli organi di amministrazione dei medesimi soggetti in modo da disporre della maggioranza.
 
Il passaggio generazionale si sostanzia nell’atto di trasferimento della maggioranza della proprietà dell’impresa tra soggetti legati da rapporti di parentela. Tutte i settori imprenditoriali possono richiedere gli aiuti (non ci sono esclusioni in base a codici di attività); uniche condizioni sono: essere iscritte nel Registro imprese di Trento; non avere in corso procedure concorsuali. Sono previste due tipologie di agevolazione: un contributo a fondo perduto del 30% dei costi sostenuti per il riassetto organizzativo e societario. Tra i costi rientrano le spese legali, amministrative e di consulenza; un contributo a fondo perduto del 50% per l’acquisizione di servizi di consulenza destinati alla formazione ed al tutoraggio delle figure professionali destinate a gestire l’azienda con il passaggio generazionale.
 
Sono riconosciute come ammissibili tutte le spese sostenute fino a 12 mesi precedenti la presentazione della domanda e, comunque fino al 31 dicembre 2012, le spese sostenute a partire dall’entrata in vigore della legge (dal 10 agosto 2011). Sono posti limiti minimi (euro 10.000 per ciascuna domanda) e massimi (euro 20.000 per spese legali e amministrative; euro 30.000 per formazione e tutoraggio).
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