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Negozi, bar e ristoranti: com'è cambiata Trento in dieci anni. I dati di Confcommercio

Crescono alimentari, negozi Ict e bar e alberghi. "Anche la nostra città è nel pieno di una fase di profondi cambiamenti: le abitudini dei cittadini e dei turisti stanno cambiando la fisionomia del commercio", dice il presidente dei commercianti Massimo Piffer

Commercio al dettaglio stabile, crescono alimentari, negozi Ict e bar e alberghi. Confcommercio Imprese per l’Italia ha presentato un’indagine curata dall’Ufficio studi sulla demografia delle imprese nei centri storici italiani. La fotografia che esce della città di Trento è quella di una realtà tutto sommato vitale, che riesce a mantenere – nei dieci anni considerati dalla ricerca – gli stessi numeri, pur con variazioni anche significative all’interno delle tipologie di esercizio commerciale. Risalta la crescita di bar e alberghi, mentre l’equilibrio degli esercizi commerciali tra centro storico e aree limitrofe si mantiene costante. (si veda la tabella: CS = Centri Storici; NCS = Non centri storici).

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"I numeri della ricerca di Confcommercio nazionale – commenta in una nota il presidente dell’associazione commercianti al dettaglio del Trentino e vicepresidente vicario di Confcommercio Trentino, Massimo Piffer – ci confermano che la città di Trento è riuscita a contenere gli effetti negativi della crisi, mantenendo tutto sommato invariato il numero di esercizi sia del centro storico che delle zone esterne ad esso. Risulta evidente, però, che anche la nostra città è nel pieno di una fase di profondi cambiamenti: le abitudini dei cittadini e dei turisti, infatti, stanno cambiando la fisionomia del commercio, orientando il mercato verso alcuni settori piuttosto di altri e andando ad incidere sulla modalità con cui la stessa città viene vissuta".

"Quello che le statistiche non dicono è la difficoltà degli esercenti nel mantenere competitive e redditizie le aziende, a fronte di una contrazione dei consumi cominciata diversi anni fa e che solo ora sembra fare spazio ad una timida ripresa. Costo del lavoro, burocrazia, pressione fiscale e lo sviluppo dell’e-commerce (relativamente ai grandi player internazionali) sono fattori che condizionano ancora negativamente lo sviluppo della piccola e media impresa italiana e, quindi, anche trentina".
 

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