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Sabato, 20 Aprile 2024
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Cimice asiatica: in attesa della "vespa samurai" ecco i contributi per le reti

L'assessore Zanotelli: "Finchè non sarà raggiunto un equilibrio con gli insetti antagonisti i danni non rientreranno ad un livello economicamente accettabile"

In attesa di vedere in azione la "vespa samurai", antagonista naturale della cimice asiatica, la Provincia ha predisposto un piano di contributi per le reti anti-insetto, a protezione dei frutteti da cimici e drosophile. Il bando che consente alle imprese agricole di coprire parte dei costi sostenuti per l'acquisto di tali reti. La Provincia mette a disposizione 200.000 euro.

E' ammessa la realizzazione di impianti di protezione a blocco o a monofilare. Nel caso di frutteti già dotati di impianto antigrandine è ammesso l'acquisto della rete, della paleria, degli accessori e i costi di posa in opera per la completa chiusura del blocco.  L'intensità dell'aiuto è il 40% della spesa ammissibile.

La "difesa chimica", è stata reitenuta inefficace. Si passa dunque ai metodi naturali: le reti, per esempio, ma anche l'introduzione in natura della vespa "samurai", una specie aliena. Operazione non proprio naturale al 100%. 

Alri rimedi non paiono esserci: "Finchè non sarà raggiunto l'equilibrio naturale grazie all'azione di contrasto degli insetti antagonisti - spiega l'assessore Giulia Zanotelli, firmataria della delibera, approvata oggi dalla Giunta, che contiene il Piano - la lotta diretta all'insetto non sarà in grado di limitare i danni alle colture ad un livello economicamente accettabile, e dunque abbiamo ritenuto necessario prevedere nel Piano di azione provinciale per il contrasto della cimice asiatica anche una serie di misure per garantire il reddito delle aziende agricole e dei lavoratori impiegati nel settore della conservazione e lavorazione della frutta".

Originaria della Cina e segnalata per la prima volta in Trentino nel 2016 in un frutteto vicino all'autostrada a nord di Trento, la cimice asiatica (Halymorpha halys) è un insetto che arreca notevoli danni alle colture agrarie, in particolare alle piante da frutto. Considerata la sua notevole capacità di moltiplicazione (le nostre stesse case ne sono sempre più "invase"), anche a causa della mancanza di insetti antagonisti, già dal 2018 sono stati rilevati i primi danni su melo, mentre il 2019 può essere definito come anno di vera emergenza.

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