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Economia

Caro energia, tre ipotesi al vaglio della Provincia

Si studia un aiuto di circa 400 euro a nucleo per 50mila famiglie e un protocollo con gli operatori energetici del territorio per l’installazione di pannelli fotovoltaici a costi contenuti

I pubblici esercizi sono in affanno: la bolletta energetica di bar e ristoranti passerà da 2 a 3,6 miliardi di euro dal 2021 al 2022, un incremento dell’80%. In media - secondo lo studio della Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe) - un bar passerà da 5 a 10mila euro l'anno di spese, mentre un ristorante da 11 a 19.500 euro tra luce e gas.

Secondo Fipe, per 6 imprese su 10 il ritorno dei fatturati dell’epoca pre-covid non avverrà prima del 2023, mentre l’87% delle imprese ha registrato aumenti fino al 50% della bolletta energetica, a fronte di un aumento medio dei prezzi al consumo di circa il 3,3%. Pesante anche il dato sull’emergenza occupazionale: l’ufficio studi nazionale stima in 193mila il numero delle professionalità perse dal settore di bar e ristoranti durante la pandemia.

Sono i dati presentati dall’associazione ristoratori del Trentino all’assessore provinciale allo Sviluppo economico, ricerca e lavoro Achille Spinelli. “Eravamo pronti per una ripartenza solida - spiega il presidente dell’associazione Marco Fontanari - ma il rincaro delle materie prime, energia su tutte, e la guerra in Ucraina hanno fatto svanire i piccoli progressi che si stavano cominciando a intravedere”. “Sui costi dell’energia elettrica l’ente pubblico non ha molti margini di manovra”, ha risposto Spinelli, che spera nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che in Trentino vale 1,26 miliardi di euro. “Abbiamo pubblicato un sito dove potersi informare sui vari bandi - ha spiegato l’assessore - e monitorare lo stato di attuazione del piano nella nostra provincia”.

Al vaglio della Pat - ha spiegato Spinelli - ci sono tre ipotesi per affrontare la crisi. Primo: un aiuto di circa 400 euro a nucleo che dovrebbe interessare 50mila famiglie “per contrastare l’aumento delle bollette e re-immettere liquidità nel mercato dei consumi”. Secondo: un protocollo con gli operatori energetici del territorio per l’installazione di pannelli fotovoltaici su edifici privati di cittadini e imprese a costi contenuti “grazie a un meccanismo innovativo di finanziamento”. Terzo: la nascita delle comunità energetiche, un’opzione a cui anche Confcommercio si è detta interessata.

Grazie alle comunità energetiche, gruppi di cittadini e d’imprese diventano “prosumer”, non limitandosi più al ruolo passivo di consumatore, ma partecipando attivamente alle diverse fasi del processo produttivo. In particolare, installando capacità produttiva da fonti rinnovabili, le comunità energetiche ottengono tre benefici: la riduzione del costo totale della bolletta, i premi per l’autoconsumo fissati dal governo e la possibilità di vendere al gestore e re-immettere in rete l’energia prodotta e non auto consumata.

Per l’associazione ristoratori del Trentino, è necessario però intervenire anche nel breve periodo, in particolare su due fronti. In primo luogo il capitolo finanziamenti: all’indomani del quarto aggiornamento del protocollo sul credito, le imprese soffrono ancora problemi di liquidità. “Un’altra partita - aggiunge Fontanari - è quella del lavoro: occorre porre le basi per una riqualificazione della forza lavoro e per abbandonare politiche di assistenzialismo sterile. Nel nostro settore c’è una richiesta di manodopera che non riesce a essere soddisfatta: dobbiamo agire sulla condizionalità delle politiche attive ma anche investire sull'attrattività del lavoro nel nostro settore”. Anche per questo l’associazione ha in programma il Talent day, un progetto finalizzato a facilitare l’incontro tra domanda e offerta, l’occupazione e la formazione.

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