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La misura

Caro bollette, in arrivo un altro bonus per 33mila famiglie trentine

Sindacati ancora critici: "La Giunta ci ha ascoltati, ma si continuano a escludere single e pensionati"

Dopo il bonus contro il caro bollette stanziato a maggio per contrastare i rincari dei costi energetici e l’aumento dei prezzi generato dall’inflazione record, la Giunta provinciale ha ora deciso di rafforzare la quota dell’assegno unico provinciale rivolto alle famiglie con figli minorenni.

A maggio il bonus ha aiutato circa 17mila famiglie che avevano presentato domanda di assegno unico provinciale e che rientravano in determinate fasce Icef. La misura varata ieri, venerdì 8 luglio, dalla Giunta provinciale è rivolta alle famiglie con figli, la cui condizione economica si è aggravata in seguito all'eccezionale aumento dei costi energetici.

Le famiglie interessate non dovranno presentare alcuna domanda: tutti i dati che servono per il pagamento saranno ricavati dalla domanda di assegno unico provinciale.

Nel dettaglio, si tratta di una somma una tantum a integrazione dell’assegno unico, da 400 a 650 euro a seconda del numero dei figli, che verrà erogata entro l'estate. “Con questa misura - ha detto Spinelli - stimiamo di raggiungere 33mila nuclei familiari con una spesa di circa 16 milioni di euro”.

Questi gli importi dell’integrazione, variabili in funzione del numero di figli:

Bonus energia 2022 importi-2

I sindacati però non ci stanno a far passare questa decisione come un’idea della Giunta provinciale. Da mesi tanto le confederazioni sindacali quanto i consiglieri di minoranza criticano il primo bonus bollette che ha escluso migliaia di famiglie trentine nonostante le risorse per sostenerle tutte ci fossero (25 milioni di euro già stanziati).

“Sul bonus bollette la Giunta provinciale ha sbagliato e oggi finalmente ne prende atto modificando in senso estensivo la misura di sostegno - affermano in un comunicato congiunto Cgil, Cisl e Uil -. Se invece di incaponirsi in maniera pregiudiziale avessero ascoltato le richieste del sindacato avrebbero evitato di illudere per mesi le famiglie trentine. Prendiamo comunque atto che l’aggiustamento varato dall’esecutivo va nella direzione giusta includendo tutte le 31mila famiglie con figli che oggi percepiscono l’assegno unico provinciale”.

Per Andrea Grosselli (Cgil), Michele Bezzi (Cisl) e Walter Alotti (Uil), la misura è però ancora iniqua: “Con questa revisione c’è chi avrà cumulando bonus statali e provinciali e chi invece resterà a secco come single e pensionati. La priorità adesso deve essere non solo estendere nel tempo la misura andando oltre la logica una tantum, ma dare risposte anche alle famiglie mononucleari e ai tanti pensionati con redditi bassi”. Continuano inoltre a essere esclusi gli stranieri con meno di 10 anni di residenza. Per soddisfare anche questa ulteriore richiesta occorreranno però ulteriori risorse rispetto ai 25 milioni già stanziati.

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