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Credito, banche spa: "I nostri obiettivi sono l'utile e il fatturato"

Colloquio con il direttore di una banca trentina: "Il mondo bancario è in crisi, di conseguenza prima di concedere un prestito a qualcuno l'analisi del soggetto deve essere molto approfondita", ci ha raccontato

"La banca è una vera e propria azienda, una spa per capirci. E abbiamo come obbiettivi il fatturato e l'utile: c'è chi fonde il ferro e chi, come noi, commercia denaro". A parlare è il direttore di un noto istituto di credito italiano con filiali anche in Trentino. Difficile carpire qualche informazione "compromettente" da un navigato uomo di banca abituato a masticare economia (reale o finanziaria) anche se si presta a fare l'insider in completo anonimato. Gli abbiamo comunque rivolto qualche domanda sull'attuale situazione di crisi economica e lui, un pochino, si è sbottonato. Ai lettori il giudizio. 

Uno dei maggiori problemi per le imprese, è stato detto a più riprese anche a livello politico locale da esponenti di schieramenti diversi, è la stretta del credito: le banche, in sostanza, non concedono più liquidità alle aziende. La qual cosa innesca un meccanismo "a catena", come le difficoltà nel pagare stipendi e fornitori.

Il mondo bancario è in crisi, di conseguenza prima di concedere un prestito a qualcuno l'analisi del soggetto deve essere molto approfondita. Inoltre Basilea (dove si sono sottoscritti gli accordi internazionali per la gestione del credito, ndr) ha imposto dei paletti rigidi, quindi o l'azienda richiedente il prestito rientra in questi paletti, oppure il prestito non viene concesso.

Ma le banche sono state aiutate molto con soldi pubblici, non dovrebbero dare qualcosa in cambio?

In passato abbiamo concesso prestiti senza grosse garanzie a molte aziende, tra queste quelle che hanno investito i soldi prestati per la propria attività ora non hanno alcun problema con le banche. Mentre se i soldi prestati sono stati investiti per altri fini, ora queste aziende hanno grossi problemi con le banche, come ad esempio molte difficoltà a richiedere prestiti.

Sembra una spiegazione un po' di comodo. Noi abbiamo intervistato alcuni artigiani e ci hanno detto di aver fatto investimenti, non certo di essersi costruiti una villa con piscina, eppure la banca di soldi ne sgancia pochi. Insomma non fa la banca. Diciamo invece che anche gli istituti di credito stanno attraversando un brutto momento, malgrado le generose iniezioni di denari pubblici e le leggi su misura (vedi conto corrente obbligatorio per gli anziani, eccetera).

Il campione che avete usato nella vostra inchiesta, cinque aziende, è molto restrittivo in quanto probabilmente saranno tutte quante aziende a rischio fallimento.

No, a quanto ci risulta sono aziende sane, che magari attendono - come una di queste - di essere pagate da enti pubblici o da clienti privati. 

E' inutile nasconderlo... La banca è una vera e propria azienda, una spa per capirci e abbiamo come obbiettivi il fatturato e l'utile, c'è chi fonde il ferro e chi, come noi, commercia denaro. Certo, siamo tutelati dallo Stato ma abbiamo però degli azionisti a cui rispondere delle nostre azioni.

Si è parlato molto del ruolo delle banche e delle agenzie di rating nell'innescare l'attuale crisi economica, partendo dalla "bolla" americana sui mutui sub prime. La sensazione è che ci troviamo in questa situazione di crisi per scelte calate dall'alto, da poteri forti che non rispondono agli interessi della collettività, ma a quelli di lobby private e potentissime.

Il rating viene stabilito da enti americani discutibili. E Il mercato internazionale si basa sul rating, di conseguenza, se sei un'azienda con un cattivo rating io
banca, non posso concederti alcun prestito...

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