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Economia

Crescono le assunzioni, ma è boom di precari

Nei primi otto mesi del 2021 attivati più di 90mila nuovi contratti. Solo il 12,9% è a tempo indeterminato

Da una parte il numero di assunzioni totali che torna praticamente ai livelli pre pandemia, con 91.770 nuovi contratti nei primi 8 mesi del 2021. Dall'altra, un precariato sempre più diffuso, tanto che appena il 12,9% delle assunzioni sono a tempo indeterminato o con apprendistato.

È la fotografia del mercato del lavoro in Trentino, secondo i dati di Agenzia del Lavoro aggiornato ad agosto di quest'anno: i quasi 92mila contratti attivati fin qui sono molto vicini ai 94mila dello stesso periodo del 2019, l'ultimo anno senza il Covid. La ripresa c'è in diversi settori: nel manifatturiero le assunzioni sono addirittura in aumento del 6,2% (l’industria registra una performance anche migliore con un +10,6% e quasi 900 contratti in più rispetto ad agosto di due anni fa), e anche il terziario dà segni di ripresa pur registrando un saldo ancora negativo rispetto al periodo pre pandemia: nel settore mancano all’appello circa 3.100 contratti (erano stati 67.378 gli assunti nei primi otto mesi del 2019 contro i 64.258 del 2021) ma se si scomputano i mesi di gennaio e febbraio nei quali quest’anno il settore del commercio e dei pubblici esercizi ha subìto gli effetti del mancato avvio della stagione turistica invernale, i dati del terziario sono del tutto in linea con quelli di due anni fa.

Il dato che fa storcere il naso ai sindacati è, come anticipato, quello delle tipologie contrattuali: sul totale dei contratti attivati nel corso di quest’anno, 7.600 sono quelli a chiamata pari all’8,3%. Nel 2019 erano stati 7.100, pari al 7,6% del totale. Anche i contratti a tempo determinato sono oggi di più del 2019, il 70,8% contro il 70%.

“I dati di Agenzia del Lavoro - spiegano i segretari di Cgil, Cisl e Uil del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti - testimoniano come la ripresa occupazionale si basi per lo più su contratti a termine. In particolare stiamo assistendo ad un boom dei contratti a chiamata, quelli più flessibili e meno tutelanti per le lavoratrici e per i lavoratori. Il tutto con un trend più forte rispetto al 2019".

"Nei primi otto mesi di quest’anno - denunciano i sindacalisti - i contratti a tempo indeterminato o in apprendistato sono stati il 12,9% del totale rispetto al 14,3% di due anni fa. Ciò dimostra purtroppo che la ripresa economica si basa ancora troppo su contratti di lavoro non standard. I dati quindi dovranno essere monitorati anche nei prossimi mesi per poi individuare anche a livello provinciale misure che possano favorire la stabilizzazione dei posti di lavoro".

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