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Economia

Assegno unico e nuova Irpef: le novità nella busta paga di marzo

Debutta la misura per contrastare la denatalità

Rivoluzione sulle buste paga a marzo, per effetto della rimodulazione delle aliquote Irpef introdotta con la legge di bilancio e del debutto dell'assegno unico che spetta a tutti i nuclei familiari con figli a carico, dal settimo mese di gravidanza sino al compimento dei 21 anni. Iniziamo proprio con quest'ultima misura varata per contrastare la denatalità. 

L'assegno unico per ogni figlio arriva fino a 175 euro, che scenderà a 85 per i figli maggiorenni tra i 18 e i 21 anni. L'importo pieno andrà a chi ha un Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) fino a 15mila euro. Per chi ha redditi superiori, l'assegno scenderà progressivamente, fino al minimo di 50 euro (25 per i figli maggiorenni) per Isee oltre 40mila o per chi non presenta la dichiarazione. Maggiorazioni previste in caso di figli disabili, giovani madri e famiglie numerose. Se entrambi i genitori lavorano e l'Isee è basso, inoltre, si avranno altri 30 euro in più, che si azzerano oltre i 40mila euro di Isee. Nel novero delle tutele entrano poi le giovani madri fino a 21 anni, che riceveranno circa 20 euro al mese in più.

Secondo i calcoli del Dipartimento, 1,13 milioni di nuclei familiari che si trovano nel primo decimo di reddito equivalente, quelle appunto più vulnerabili economicamente, godranno di un beneficio medio pari a 1.935 euro l'anno, con un'incidenza sul reddito lordo dell'11,6%, in grandissima parte ascrivibile all'assegno unico. I benefici si riducono gradualmente per i nuclei dei decimi di reddito successivi, in pratica i più ricchi, scendendo in media fino a circa 500 euro.

Quando arriverà l'assegno unico e i tempi per fare domanda

Per tutti coloro che ne hanno già fatto domanda, comunicando correttamente l'Iban, l'assegno verrà corrisposto entro il mese di marzo. Per i milioni di italiani che invece ancora mancano all'appello, gli arretrati saranno corrisposti in seguito. 

La normativa prevede che l'assegno unico e universale venga pagato nel mese successivo a quello in cui è stata inoltrata richiesta all'Inps, con la possibilità di recuperare gli arretrati fino a marzo, purché la domanda venga presentata entro il 30 giugno. Per questo motivo presentare domanda dopo il 28 febbraio non è dunque un dramma in quanto le somme spettanti non vanno perse, ma va ricordato che a marzo scatta il taglio degli stipendi a causa della cancellazione degli assegni familiari e delle detrazioni per figli a carico. Una perdita che può essere compensata solamente dall'assegno unico.

La riforma dell'Irpef e le nuove buste paga

Come detto a marzo debutterà anche la nuova Irpef. La riforma introdotta dal governo ha determinato il passaggio da cinque a quattro scaglioni e aliquote ed ha cambiato il meccanismo delle detrazioni fiscali e dei bonus. 

Con la manovra è stata eliminata l'aliquota del 41% e sono state abbassate le due aliquote centrali, rispettivamente dal 27 al 25% e dal 38 al 35%. Il risultato è un'imposta sul reddito delle persone fisiche strutturata come segue:

Scaglioni Reddito Aliquote
1° scaglione fino a 15mila euro 23%
2° scaglione da 15.000 a 28mila euro 25%
3° scaglione da 28.000 a 50mila euro 35%
4° scaglione oltre i 50mila euro 43%

Secondo l'Unione parlamentare di bilancio, "la riduzione di imposta in valore assoluto è maggiore nelle classi di reddito medio-alte, con un beneficio medio di circa 765 euro annui per i contribuenti con reddito imponibile tra i 42.000 e i 54.000 euro", mentre il beneficio sarà in media di 229 euro per chi ha un reddito compreso tra i 12mila e 18mila euro. Ma si tratta solo di un esempio.

Secondo la Cgil, un contribuente che dichiara 12mila euro annui riceverà circa 180 euro in più lordi ogni anno; con 20mila euro di reddito il vantaggio fiscale sarà di poco superiore ai 200 euro, ma come è evidente dal grafico i benefici più cospicui sono proprio quelli per chi guadagna dai 40mila euro in su (qui la tabella completa con tutte le stime per ogni fascia). 

riforma irpef vantaggi-2

Le stime, meglio premetterlo, non tengono conto però del taglio ai contributi destinate ai redditi bassi (abbiamo affrontato l'argomento qui). E in ogni caso bisogna tenere conto della rimodulazione delle detrazioni che rende tutto più complicato. Motivo per cui la busta paga di marzo sarà da passare "ai raggi X". Ne parleremo più avanti. 

A chi spetterà il bonus di 100 euro

La manovra del governo è intervenuta anche sui 100 euro dell'ex bonus Renzi, oggi definito nella legge di bilancio "trattamento integrativo". Da gennaio 2022 è cambiato tutto. Il beneficio continua ad essere erogato come prima (e cioè in forma piena, quindi 100 euro in busta paga) solo a coloro che hanno un reddito fino a 15mila euro. L'ulteriore detrazione per redditi oltre i 28mila euro - e fino a 40mila - è stata cancellata.

Il bonus viene riconosciuto anche a chi ha un reddito complessivo compreso tra 15mila e 28mila euro, ma solo in presenza di determinate condizioni. Come spiega la circolare del 13 gennaio 2022 dei consulenti del lavoro, in questo caso il trattamento integrativo in busta paga viene riconosciuto solo se la somma delle detrazioni è di ammontare superiore all'imposta lorda.

Come vengono modificate le detrazioni

Con la legge di bilancio sono state introdotte modifiche importanti al sistema delle detrazioni (e questo vale anche per i lavoratori autonomi e per i pensionati). Nella tabella che segue, ecco in linea generale i nuovi parametri su cui vengono calcolate le detrazioni e quindi anche l'importo finale della busta paga di un lavoratore.

Reddito in euro Importo della detrazione
fino a 15.000 1.880 (non inferiore a 690. Per i lavoratori a tempo determinato non inferiore a 1.380)
oltre 15.000 fino a 28.000 1.910+1.190*
(28.000-reddito)/(28.000-15.000)
da 28.000 a 50.000 1.910*[50.000-reddito)/(50.000-28.000)
oltre 50.000 zero

Quali sono le detrazioni di cui si parla nella legge di bilancio? Le elenchiamo di seguito:

  • familiari a carico;
  • mutui agrari;
  • mutui immobiliari per acquisto della prima casa fino al 31 dicembre 2021;
  • redditi da lavoro dipendente, assimilati e da pensione;
  • spese sanitarie;
  • spese per i lavori in casa (dalle ristrutturazioni alla riqualificazione energetica);
  • erogazioni liberali.

Cosa comporterà la riforma delle detrazioni

Nello specifico, rispetto alla disciplina precedente, il regime delle detrazioni per i redditi di lavoro dipendente vigente dal primo gennaio 2022 presenta queste novità: amplia, da 8mila euro a 15mila euro, la prima soglia di reddito cui si applica la detrazione di 1.880 euro (rimasta invariata); estende la misura della detrazione base, che passa da 978 euro a 1.910 euro, per la seconda soglia di reddito (superiore a 15mila euro ma non a 28mila euro). Viene modificata la modalità di calcolo della quota ulteriore di questa detrazione, stabilendo l'aumento del valore iniziale da 902 euro a 1.190 euro e l'adeguamento dei valori utilizzati nel prodotto, ai fini della determinazione della quota aggiuntiva di detrazione.

Pertanto, questa quota ulteriore è pari a 1.190 euro per un reddito pari a 15.001 euro e decresce, all'aumentare del reddito, fino ad annullarsi raggiunti i 28mila euro. Si riduce, invece, da 55mila euro a 50mila euro la terza e ultima soglia di reddito per cui spetta la detrazione che, per questi redditi, passa da 978 euro a 1.910 euro. Essa ammonta a 1.910 euro per redditi pari a 28.001 euro e decresce, fino ad annullarsi, alla soglia dei 50mila euro. Si prevede un aumento di 65 euro della detrazione applicabile, specificamente, alla fascia di reddito superiore a 25mila euro ma non a 35mila euro.

In sintesi, per quanto concerne i redditi di lavoro dipendente e assimilati, per effetto delle modifiche in vigore dal primo gennaio 2022, l'importo delle detrazioni Irpef riconosciuto in busta paga, o a conguaglio con la dichiarazione dei redditi, è così strutturato:

  • se il reddito complessivo non supera 15mila euro, la detrazione è di 1.880 euro. L'importo minimo della detrazione riconosciuta è pari a 690 euro, e in caso di lavoro a tempo determinato non può essere inferiore a 1.380 euro;
  • se l'ammontare del reddito complessivo è superiore a 15mila euro ma non a 28mila euro, la detrazione è di 1.910 euro, aumentata del prodotto tra 1.190 euro e l'importo corrispondente al rapporto tra 28mila euro, diminuito del reddito complessivo, e 13mila euro;
  • se il reddito complessivo è superiore a 28mila euro ma non a 50mila euro, la detrazione è di 1.910 euro; la detrazione spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l'importo di 50mila euro, diminuito del reddito complessivo, e l'importo di 22mila euro;
  • un importo aggiuntivo pari a 65 euro è riconosciuto ai titolari di redditi superiori a 25mila euro e fino a 35mila euro. Si tratta di un "correttivo in aumento" delle detrazioni, da corrispondere per intero nel corso del 2022 e quindi senza riproporzionarlo in base al periodo di lavoro effettuato nell'anno.

Di seguito una tabella riepilogativa.

Reddito complessivo Misura della detrazione
Reddito complessivo non superiore a 15mila euro 1.880 euro (in ogni caso non inferiore a 690 euro o, se a tempo determinato, a 1.380 euro)
Reddito complessivo superiore ai 15mila euro e fino a 28mila euro 1.910 + 1.190 x [(28.000-reddito complessivo)/13.000)]
Reddito complessivo superiore a 28mila euro e fino a 50mila euro 1.910 x [(50.000-reddito complessivo)/22.000)]
Reddito complessivo superiore a 50mila euro Nessuna detrazione

Buste paga: tutte le informazioni sulle nuove detrazioni

Gli esempi pratici per i lavoratori dipendenti

Va da sé che ci sono differenze sostanziali tra l'applicazione delle aliquote e delle detrazioni valide dal 1° gennaio 2022 e quelle in vigore fino al 31 dicembre 2021. Quali sono dunque gli effetti della riforma in termini di concreto risparmio d'imposta? Nel caso di un lavoratore dipendente a tempo indeterminato con un reddito complessivo pari a 50mila euro, il risparmio d'imposta del contribuente nell'anno 2022 rispetto al 2021 è pari a 739 euro. Nel caso, invece, di un lavoratore dipendente a tempo indeterminato con un reddito di 30mila euro, il risparmio d'imposta è pari a 84 euro nell'anno 2022 rispetto al 2021.

Fonte: Today

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