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Economia

Arrivo stagionali extra Ue a rischio: l'allarme della ristorazione trentina

Su 1.847 domande presentate, solo 765 sono state concluse. Molte aziende pensano di rimandare l'apertura estiva

L’incrocio tra un sistema complesso, una burocrazia pesante e alcuni disguidi tecnici rischiano di costare caro alle imprese turistiche trentine, in particolare alla ristorazione. Il consueto fabbisogno di lavoratori stagionali extra Unione europea (soprattutto dall’Albania e dal Bangladesh) è compromesso a causa dei ritardi nel rilascio dei nulla osta previsti dal cosiddetto decreto Flussi: il provvedimento governativo con cui vengono disciplinati gli ingressi dei lavoratori stranieri in Italia.

In particolare, alla procedura burocratica già complessa si è aggiunto lo stop della piattaforma ministeriale da fine aprile a metà maggio che ha causato un allungamento delle procedure per il rilascio dei nulla osta. Su 1.847 domande presentate in Trentino, solo 765 sono state concluse: meno della metà. Il rimanente è ancora in attesa di una soluzione.

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“C’è molta apprensione tra le aziende che temono di non riuscire a iniziare la stagione estiva con un organico adeguato - spiega Marco Fontanari, presidente dell’associazione ristoratori del Trentino e vicepresidente di Confcommercio Trentino -. Anche perché il nulla osta è solo una parte della trafila: poi ci sono gli incontri con le varie ambasciate e l’organizzazione del viaggio”.

“Come associazione - prosegue Fontanari - ci siamo attivati sia a livello locale sia nazionale, grazie all’azione della Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe). Apprezziamo gli sforzi sia del Commissario del Governo, della Provincia e del servizio Lavoro, ma ora c’è bisogno di un’accelerazione. Il rischio è duplice: da una parte molte aziende stanno già valutando di posticipare l’apertura stagionale, con tutte le conseguenze anche per il turismo trentino. Dall’altra c’è il pericolo che venga perso un capitale di competenze qualificato che, di fronte a lungaggini e ostacoli, potrebbe optare verso altri impieghi”.

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