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La "dieta alpina" candidata al patrimonio UNESCO: ecco quali sono i prodotti trentini

La cultura alimentare alpina si appresta ad essere candidata come bene immateriale nel Patrimoonio dell'Umanità, e il Trentino c'è

Non solo monumenti, anche la cultura immateriale può essere patrimonio dell'umanità. Da quando la tradizione orale  africana aprì le porte al riconoscimento di bene tutelato dall'Unesco sono moltissime le raltà immateriali che si sono candidate a ricevere il più importante riconoscimento di tutela mondiale. 

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Un progetto internazionale punta a far diventare  patrimonio dell'umanità la cucina delle Alpi. Ieri pomeriggio ad Innsbruck, nell’ambito della conferenza di metà mandato del progetto europeo Alpfoodway, i 14 partner, tra i quali la Trentino School of Management (TSM) con la sStep – Scuola per il Governo del Territorio e del Paesaggio e la Fondazione Edmund Mach come osservatore, hanno promosso la carta a sostegno dell’iniziativa che coinvolge i sette Paesi dell’arco alpino. Tra i prodotti e le pratiche inserite nell’inventario da tutelare anche la castanicoltura della Valsugana, il vin santo, il pane delle Giudicarie Esteriori, il Botiro del Primiero e la raccolta di erbe spontanee in Val Rendena.

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"Stiamo lavorando assieme a 9 istituzioni scientifiche per promuovere l’invecchiamento in salute valorizzando i prodotti alimentari del territorio. Un tema doppiamente strategico dal punto di vista economico, sociale e ambientale: deve diminuire la spesa sanitaria legata alla cattiva alimentazione e deve aumentare il reddito dei produttori locali. Rispetto alla nostra proposta di candidare la dieta alpina a Patrimonio immateriale UNESCO" spiega Andrea Segrè, presidente della Fondazione Mach.

Durante la conferenza di Innsbruck è stata presentata la carta “Charter of Alpine Food Heritage” che, dopo un ampio lavoro di condivisione tra i 14 partner del progetto europeo, nei prossimi mesi sarà diffusa nella forma di petizione online tra istituzioni, imprese e cittadini di 7 Paesi a ridosso delle Alpi per raccogliere il più ampio sostegno possibile alla candidatura UNESCO della Cultura alimentare alpina. L’obiettivo è arrivare entro ottobre 2019, al momento della conferenza finale del progetto Alpfoodway, con un dossier completo da poter consegnare alle commissioni UNESCO. 

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