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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Gardolo

Whirlpool, tre ore di incontro si concludono con un nulla di fatto

L'azienda ha risposto picche, aprendo però alla possibilità di non serrare immediatamente i cancelli della fabbrica ma di prolungare l'attività produttiva, programmandone la dismissione complessiva

L'incontro tra Provincia autonoma di Trento, Whirlpool Emea e sindacati, il primo dopo l'annuncio della chiusura dello stabilimento di Spini di Gardolo, si è concluso dopo tre ore di confronto con un nulla di fatto. Al tavolo - dove sedevano il presidente della Provincia Alberto Pacher, l'assessore all'industria Alessandro Olivi, la delegazione sindacale composta dai segretari generali di Cgil Cisl Uil, Burli, Pomini e Alotti insieme ai sindacalisti di categoria e i vertici di Whirlpool – oggi si è certificata l'impossibilità di colmare la distanza tra le parti. I sindacati infatti hanno chiesto il ritiro della procedura di mobilità e l'avvio di un'analisi attenta del piano industriale. L'azienda ha risposto picche, aprendo però alla possibilità di non serrare immediatamente i cancelli della fabbrica ma di prolungare l'attività produttiva, programmandone la dismissione complessiva oltre il limite stabilito dalla procedura di mobilità. 

«Per noi – incalza il segretario generale della Fiom Cgil del Trentino – l'apertura della procedura di mobilità era e resta inaccettabile. Per questo oggi non abbiamo voluto discutere di un eventuale prolungamento della presenza di Whirlpool a Spini. Noi vogliamo aprire una trattativa vera sui contenuti del piano industriale presentato da Whirlpool per verificarne la reale correttezza e, semmai, per smontare le presunte ragioni che hanno portato alla decisione di chiudere Spini. A fronte della mai negata efficienza dello stabilimento trentino, la nostra priorità infatti è quella che, in tutto o almeno in parte, la produzione resti qui». 

Il confronto però non si interrompe. Sono stati fissati in rapida serie almeno sei nuovi incontri tra azienda sindacati. Al primo, che si terrà giovedì prossimo, parteciperà anche l'amministratore delegato di Whirlpool Emea, Davide Castiglioni. «Con lui – spiega Grasselli – affronteremo proprio il nodo del piano industriale che concentra la produzione del settore freddo a Cassinetta in provincia di Varese. Analizzeremo i dati per capire perché, se è vero che il comparto è in rosso, deve chiudere proprio lo stabilimento di Spini, ossia quello con la migliore efficienza e le minori perdite». «Lo ribadisco – conclude Grasselli -. È del tutto prematuro discutere di modi e tempi della chiusura dello stabilimento di Spini di Gardolo. Ora è il momento di analizzare il piano industriale». Intanto la rsu di Spini di Gardolo ha proclamato lo stato di agitazione. Oltre al blocco degli straordinari, da domani verranno programmati una serie di scioperi che coinvolgeranno a turno tutto il personale impiegato sulle linee produttive. 

Intanto la Provincia costituirà un "gruppo di lavoro" coordinato dal dirigente generale del Dipartimento Industria e artigianato, Paolo Spagni. Sono tre i livelli, ha spiegato l'assessore provinciale all'industria Olivi, lungo i quali muoversi: verificare quali spazi vi siano per sospendere o rallentare il processo di mobilità dei lavoratori; puntare ad un piano sociale che verifichi tutto ciò che può essere messo in campo per assicurare futuro a queste persone; produrre un grande sforzo, da parte di tutti, perché quella fabbrica continui a esistere, anche se non avrà l'insegna Whirlpool sopra. Ed ha aggiunto: "Se anche venissero messi in campo degli ammortizzatori sociali dobbiamo far sì che questi diventino un ponte verso qualcos'altro e non l'ultimo tratto di un binario morto".

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