Lavoro, l'ufficio vertenze della Cgil ha recuperato 2,4 milioni
Le pratiche avviate sono state 2,5 al giorno per un totale 930. Il 20,4% riguarda il recupero di mensilità non percepite, il 15,9% le spettanze di fine rapporto, il 13,4% il fallimento e il 7,9% i licenziamenti
Nel 2012 l'ufficio vertenze della Cgil ha recuperato 2,4 mln di euro dei lavoratori. Le pratiche avviate sono state 2,5 al giorno per un totale 930. Il 20,4% riguarda il recupero di mensilità non percepite, il 15,9% le spettanze di fine rapporto, il 13,4% il fallimento e il 7,9% i licenziamenti. Il settore con più vertenze è l'edilizia, seguito da metalmeccanico, turismo e pulizie.
I dati - per certi versi preoccupanti se osservati dal punto di vista del sistema economico – sono stati illustrati in una conferenza stampa dal responsabile dell'Uvl, Antonio Trombetta. La consistenza del recupero crediti testimonia infatti la perdurante difficoltà delle imprese, causa il ritorno dell'Italia in recessione, a pagare regolarmente i propri dipendenti o a rispettare gli impegni verso di loro nel momento del fallimento. I 2,4 milioni recuperati nel 2012 rappresentano uno dei dati più alti degli ultimi dieci anni durante i quali complessivamente l'Uvl è riuscito a restituire ai lavoratori ben 16,8 milioni di euro.
Guardando il dettaglio, il numero delle pratiche aperte nel corso del 2012 resta elevato attestandosi a quota 930. In generale, lo scorso anno le aziende coinvolte sono state 606. I contratti collettivi di lavoro cui hanno fatto riferimento le singole vertenze sono stati in tutto 67. L'attività di recupero crediti pesa per il 49,46% delle pratiche avviate nel 2012, seguono le procedure concorsuali con il 22,58%, le semplici consulenze con il 14,73% e le violazioni contrattuali con il 13,23%. Più in specifico il 20,4% delle vertenze ha riguardato la richiesta alle aziende della corresponsione di mensilità non percepite dal lavoratore. Nel 15,9% dei casi si è trattato invece di una richiesta di spettanze di fine rapporto (tfr, ratei, ecc.) e per il 13,44% di procedure di fallimento. Il 7,9% delle pratiche aperte nell'anno è stato un'impugnazione di un licenziamento, il 6,2% la richiesta del recupero di differenze retributive e il 4,5% un concordato preventivo.
Per quanto riguarda i settori coinvolti, a registrare contenziosi più elevati nel 2012 sono stati l'edilizia (21,82% delle pratiche aperte), il metalmeccanico (15,37%), il turismo (13,02%) e il pulimento (11,07%). Le pratiche chiuse nel 2012 sono state in totale 881. Nel 19% dei casi si è trattato di una conciliazione, nel 8% dei casi è intervenuto il fallimento dell'azienda e per 13% si è risolto il tutto con una consulenza. Ma ben il 31% delle volte la pratica si è chiusa perché il lavoratore ha deciso di abbandonare la vertenza.