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Cronaca Arco

Borgo Valsugana, minaccia e offende i vicini: 60enne finisce in carcere

Condannato nel 2018 per il medesimo reato commesso in danno delle stesse vittime, ha proseguito con le sue azioni

È finito in carcere nel pomeriggio di giovedì 12 novembre il 60enne di Borgo Valsugana che si sarebbe reso colpevole di atti persecutori ai danni della vicina di casa e delle sue figlie. Ad arrestarlo sono stati i militari della Compagnia di Borgo Valsugana. Non era, però, la prima volta che l'uomo si rendeva responsabile di tali atti. Era già stato condannato nel 2018 per il medesimo reato commesso in danno delle stesse vittime.

Da quanto emerso, pare che l'uomo, negli ultimi mesi prima dell'arresto di giovedì, avesse più volte infastidito, minacciato e offeso con volgari epiteti la vicina di casa e le sue figlie, gli accertamenti dei militari della stazione di Castelivano avrebbero consentito di provare le sue responsabilità, sottoponendo alla magistratura prove evidenti sulle condotte dell’uomo, risultate essere ormai molto pesanti per la vita delle vittime. Pare che questi comportamenti vessatori venissero anche aggravati dall’abuso di alcool da parte del 60enne. L'uomo, inoltre, avrebbe più volte violato la misura cautelare del divieto di avvicinamento alle persone offese, disposta appunto a ottobre 2018, con la precedente condanna.

Un atteggiamento, quello dello stalker, che avrebbe aggravato nelle vittime quello stato d’ansia e di preoccupazione per la propria incolumità, che già due anni prima aveva portato a un primo intervento della magistratura, accentuando la costrizione a modificare le loro abitudini, tanto che pare evitassero addirittura di usare il proprio giardino e sarebbero state costrette a uscire dall’abitazione con estrema cautela, usando diversivi, pur di schivare gli incontri con lo stalker.

In pochi mesi, in questo 2020, i carabinieri della Valsugana sono intervenuti in aiuto delle donne che si sarebbero dette infastidite da pesanti minacce o ingerenze nella propria vita. Il provvedimento restrittivo di giovedì, ha interrotto quello che sembra essere stato un flusso continuo di atti persecutori, ma soprattutto ha scongiurato una possibile evoluzione della situazione in esiti più gravi.

Una nota è stata sottolineata dagli organi inquirenti che hanno lavorato su questo caso: anche in questa occasione la vicenda si colloca in un quadro drammatico, che ha sullo sfondo un contesto di profonda solitudine, disagio sociale e abuso di bevande alcoliche. L’invito da parte delle forze dell'ordine rimane invariato: segnalare tempestivamente situazioni di pericolo per la propria o altrui incolumità, anche chiamando al Numero Unico di Emergenza 112 e denunciare i responsabili di comportamenti violenti, specie se perpetrati in danno di soggetti deboli.

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