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Giovedì, 28 Marzo 2024
Il fatto

Edilizia, truffa bonus facciate: maxi sequestro di 85 milioni e venti indagati

Fra gli indagati anche persone residenti in Trentino Alto Adige

Bonus edilizi e illeciti. L'ultima operazione resa nota è dei finanzieri del comando provinciale di Treviso che, nell’ambito delle indagini sul corretto utilizzo del "Bonus Facciate" (che consentiva il riconoscimento di un credito d’imposta pari al 90% dell’importo dei lavori realizzati) hanno eseguito una nuova serie di perquisizioni e sequestri per 49 milioni di euro di crediti d’imposta e oltre 2 milioni di euro fra somme di denaro e altri beni nella disponibilità di venti indagati.

Come riporta TrevisoToday, a gennaio del 2022 il Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Treviso aveva già sequestrato agli indagati crediti fiscali per 31,5 milioni di euro e disponibilità liquide per 2,5 milioni di euro. Nel complesso, quindi, le indagini hanno permesso finora di sequestrare circa 85 milioni di euro in crediti fiscali, disponibilità finanziarie e altri beni illecitamente.

I reati contestati riguardano ipotesi di truffa e indebite percezioni ai danni dello Stato nonché riciclaggio, reimpiego in attività economiche e auto-riciclaggio dei proventi illeciti da parte di venti indagati, perlopiù giovani originari di paesi dell’Est-Europa, residenti tra le province di Bolzano, Venezia, Catania, Treviso, Rovigo, Padova, Bari e Pesaro Urbino che, per realizzare il meccanismo di frode, nel 2021 avevano strumentalmente attivato partite Iva per ditte edili, attestando falsamente di aver compiuto i lavori che davano diritto a generare questa particolare tipologia di crediti. Tutto infatti era partito dalla segnalazione di una funzionaria dell'ufficio postale di Piazza Vittoria a Treviso che aveva denunciato alle Fiamme Gialle l'apertura sospetta di una serie di conti correnti da parte di prestanome, quasi tutti giovani di origine balcanica. 

Fra gli indagati figura poi il titolare di uno studio di consulenza fiscale di San Biagio di Callalta, che ha curato la costituzione delle aziende intestate agli stranieri e che, dai riscontri investigativi, emerge quale ideatore dell’intero disegno criminoso. I crediti d’imposta, ottenuti all’insaputa dei proprietari degli immobili che hanno negato di aver intrattenuto qualsiasi rapporto con gli indagati, sono stati in parte monetizzati tramite cessione a istituti di credito, in parte ceduti a ditte individuali create ad hoc ovvero a società terze.

Le indagini proseguono, anche per ricostruire compiutamente tutti i passaggi di denaro successivi alla monetizzazione dei crediti fittizi e, a tale scopo, sono già stati attivati i canali di cooperazione internazionale per tracciare e sequestrare i proventi dei reati commessi, inviati all’estero per eludere od ostacolare gli accertamenti. I sequestri eseguiti, inoltre, sono un segno tangibile della capacità della Magistratura e delle Fiamme gialle di assicurare concreta e immediata efficacia all’attività repressiva, scongiurando ulteriori circolazioni di crediti fittizi e danni ancor più gravi per le casse dello Stato e il corretto funzionamento dei mercati.

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