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Cronaca San Giuseppe / Largo Luigi Pigarelli

Truffa in Azienda sanitaria, Cappelletti accusa il dirigente

Sostiene di aver pagato al suo ex capo un totale di circa 500 mila euro in varie rate, per comprare il suo silenzio . Una tesi sulla quale non ci sono riscontri e che, secondo il giudice, non ha alcun valore probatorio

Svolta nell'indagine sulla maxi truffa all'azienda sanitaria. Durante l'udienza di ieri nel processo che vede indagati il marito e il fratello di Maria Angelica Cappelletti, la donna ha accusato il suo ex dirigente Enrico Campregher di averla ricattata.

In sostanza, la Cappelletti sostiene di aver pagato al suo capo un totale di circa 500 mila euro in varie rate, per comprare il suo silenzio sui falsi acquisti aziendali, che lui, sempre secondo la donna, avrebbe scoperto. Una tesi, questa, sulla quale non ci sono riscontri e che, secondo il giudice Avolio, non ha alcun valore probatorio.
 
Intanto dall'Azienda sanitaria arriva il sostegno e la stima verso il dirigente Campregher, con l'assessore Ugo Rossi: "Sulla vicenda della truffa ai danni dell'Apss il comportamento dell'Azienda provinciale e dei suoi dirigenti è stato cristallino. In primo luogo, ricordiamo che il danno arrecato è emerso proprio in seguito a controlli interni effettuati dall'Azienda, che ha immediatamente denunciato quanto scoperto alla Procura. E anche in seguito, quando, oltre al presunto coinvolgimento di una ex-dipendente, sono giunte indicazioni relative ad ipotetici coinvolgimenti di altre figure interne all'Apss, il direttore generale Luciano Flor ha subito avvisato la  magistratura, che ha svolto le sue indagini senza peraltro trovare riscontro di tali voci".
 
Nell'udienza di ieri un altro colpo di scena: è stato iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di favoreggiamento anche Alberto Capriglioni, direttore della filiale di Terlago della cassa rurale Valle dei Laghi, il quale ha dichiarato che nelle transazioni non c'era nulla di strano, niente che potesse far pensare ad una truffa.
 
L'inchiesta era scattata nel giugno del 2011. L'accusa è quella che dopo aver ottenuto in 4 anni rimborsi per oltre 2,3 milioni di euro per acquisti di protesi e medicinali destinati a malati cronici, le somme sarebbero invece state utilizzate per fare viaggi e spese voluttuarie e per finanziare le attività imprenditoriali dei familiari.
 
Le indagini erano iniziate dopo la denuncia da parte del direttore dell'Azienda sanitaria Luciano Flor, che si era accorto del numero elevato di pratiche riscosse dalla stessa persona, circa 1.600 in quattro anni.
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