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Polemiche

"Serve serietà per gestire gli orsi: adesso Fugatti si deve dimettere"

Giorni di scontri ta provincia e realtà animaliste che vogliono una soluzione diversa, meno "sanguinaria", per gli orsi trentini. Wwf chiede l'intervento del ministro

Tornano a chiedere serietà alla Provincia di Trento e al presidente Maurizio Fugatti, nella gestione dei grandi carnivori, gli animalisti. Tornano a farlo dopo giornate di polemiche e di scontro su quello che il Trentino dovrebbe fare con gli orsi dopo che il 26enne è stato ammazzato da Jj4, il 5 aprile, sul monte Peller.

Ci sono Lav, Oipa nazionale e anche Wwf, ma anche gli attivisti di StopCasteller, il movimento contro il Centro di recupero della fauna alpina, a osservare con attenzione la vicenda e a lanciare appelli di ogni sorta. E gli attivisti di StopCasteller non hanno dubbi nell’esprimere un pensiero su tutta la vicenda: “Papi e l’orso sono vittime del medesimo colpevole: una gestione non corretta di un progetto delicato”. Gli st4essi chiedono le dimissioni immediate del presidente Fugatti, ma anche dell’assessora Zanotelli e del dirigente De Col, parlando di “disastro annunciato”. Per gli attivisti la convivenza è possibile e auspicabile. Le due specie, uomo e orso, potrebbero davvero convivere sullo stesso territorio, per loro.

Ma se nessuno vuole gli orsi, soprattutto JJ4 e MJ5, i “condannati a morte”, c’è Lav che si propone, affermando per l’appunto di aver “ufficializzato ieri mattina al presidente della provincia autonoma di Trento e al ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin la disponibilità di trasferire immediatamente Jj4 in un rifugio sicuro. E in una nota la Lega Antivivisezione aveva esteso l’opportunità anche a lui, MJ5.

Non smette di far sentire la sua voce anche Oipa nazionale, con il suo presidente Massimo Comparotto che afferma: “Non è questo il modo di tutelare la biodiversità e la vita degli animali, oggi sotto la tutela dell’articolo 9 della Costituzione. Auspichiamo una gestione più oculata del Progetto Life Ursus, che ormai appare come fallimentare. Ripetiamo: occorre un migliore monitoraggio, possibilmente in tempo reale, una maggiore informazione alla popolazione, residente e non, un’efficace prevenzione a tutela delle attività, rispetto per la vita animale, l’applicazione di protocolli sperimentati altrove con successo, come per esempio nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise”.

Diversa la posizione di Wwf che, invece, vuole un intervento da parte del ministro sul quei 70 orsi da “gestire” e che già nei gironi successivi alla tragedia di Caldes aveva dichiarato in una nota: “In questo caso il Wwf Italia, tenuto conto della gravità dell’episodio, della dinamica e ovviamente solo dopo una sicura identificazione genetica dell’individuo ritiene che vada applicato il protocollo previsto dal Pacobace che contempla anche la rimozione dell'individuo”.

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