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Cronaca

“Siamo state molestate al concerto del 25 aprile”

Un fatto scioccante quello raccontato dalla sezione trentina del movimento Non Una di Meno

Ha letteralmente del clamoroso il racconto fatto dal gruppo trentino di Non Una di Meno dopo il concerto tenutosi lo scorso 25 aprile alle Albere in occasione della Festa della Liberazione: la denuncia fatta dal movimento è gravissima e parla di ragazze e donne molestate.

“Mentre ballavamo nella folla, sottopalco o più distanti. Mentre eravamo da sole, con le persone o la persona che amiamo, tra i nostri affetti. Mentre ci credevamo al sicuro, in uno spazio che doveva essere consapevole. Che doveva essere nostro. Mentre ci sentivamo libere. Per molte di noi, rimanere al concerto è stato impossibile. Siamo state noi a doverci allontanare, in cerca di aria. Piene di rabbia, di sopravvivenza, siamo state noi a difenderci l’un l’altra o da sole, quando è stato possibile” scrive il movimento sui social.

I fatti raccontati, come detto, sono gravi e saranno evidentemente al centro dell’assemblea che Non Una di Meno terrà il prossimo 4 maggio alle 18 proprio nel luogo indicato come teatro dei fatti, il parco delle Albere. “Guai a chi ci tocca. È una promessa che ha bisogno di riscontro, è un’intenzione, è un urlo al cielo che ha bisogno di risposte. Che ha bisogno di una rete, che ha bisogno di una presa di coscienza collettiva, che ha bisogno di spazi nei quali possiamo tornare a respirare insieme. Che ha bisogno di trovarci l’un l’altra, tenerci strette e riconoscerci. Vi chiediamo di condividere questo appello, perché quante più persone possibili sappiano che stiamo cercando di costruire uno spazio nel quale (se lo desiderano) possano portare la loro testimonianza, possano venire ad ascoltare, possano restare a costruire un’alternativa”.

Immediata la replica dell’Arci del Trentino, organizzatori dell’evento, che ha espresso solidarietà e vicinanza a chi ha subito tutto ciò, rimarcando il proprio impegno affinché fatti del genere non si ripresentino. “Abbiamo speso mesi a organizzare una festa che fosse il più possibile aperta e inclusiva. L’abbiamo voluta come sempre il più possibile accogliente e sicura e ci fa male pensare che per qualcuno possa non esserla stata. Si tratta di fatti semplicemente intollerabili che ci riempiono di rabbia e delusione”.

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