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Il fatto

Assunta come massaggiatrice, ma costretta a prostituirsi: sequestri e denunce a Trento

L'attività è partita dalla denuncia di una donna assunta come massaggiatrice sul lago di Garda

Inizia con il sequestro di un immobile, di denaro e diverso materiale, oltre che a diverse persone denunciate per attività di prostituzione, il 2023 a Trento. Durante i primi giorni dell'anno, gli agenti della Squadra Mobile di Trento, in esecuzione ad apposito decreto disposto dal Gip del Tribunale di Rovereto, su richiesta della locale Procura della Repubblica, hanno sequestrato un immobile a Trento, nelle vicinanze dell’ospedale Santa Chiara, all'interno del quale in teroria ci sarebbe dovuto essere un centro-massaggi, di fatto veniva esercitata attività di prostituzione.

L’attività d’indagine è partita dopo che una donna, cittadina extracomunitaria, ha raccontato agli inquirenti di essere stata assunta da una connazionale per esercitare l’attività di massaggiatrice in un immobile sul lago di Garda, ma che poi era stata costretta dalla stessa al meretricio, così come altre sue connazionali. La donna al centro delle indagini perché individuata come "sfruttatrice" nella vicenda, aveva al suo fianco un collaboratore italiano che faceva da "factotum", oltre a cercare di risolvere i problemi personali che sorgevano tra le ragazze o rendendosi disponibile a reperire artigiani per gli interventi di manutenzione dei locali. Secondo quanto appurato dagli inquirenti, i proprietari dell'immobile erano ignari di quanto avvenisse tra quelle mura.

L’attività d'indagine è stata estesa, in un secondo momento, anche a Trento, all'interno di un secondo immobile che si trova nella zona dell’ospedale e che era stato ceduto da una seconda persona, diversa dai proprietari dell'immobile sul Garda. Quest'ultimo, secondo le evidenze raccolte dalla polizia, era a conoscenza dell’attività svolta all'interno dei locali e pare che ne fosse "pienamente co-responsabile e che favoriva con comportamenti fattivi".

Ci sono state delle perquisizioni, svolte dalla Squadra Mobile trentina su delega dell'Autorità giudiziaria, che hanno permesso agli inquirenti di rinvenire la somma di 14.625,00 euro in contanti, oltre a vario materiale riconducibile all’attività di prostituzione. Anche l’analisi dei device sequestrati durante l'attività di perquisizioone ha confermato sostanzialmente quanto già emerso, che all’interno dei centri massaggi veniva di fatto esercitata attività di meretricio. Nonostante questo, l’attività illegale non si è fermata.

La donna e i due uomini, il factotum e il secondo affittuario dell'immobile in città, sono stati denunciati per i reati previsti e puniti dall’art.110 del codice penale e dagli articoli 3 e 4 della legge nr.75/58, L'immobile è stato sequestrato dall'Autorità giudiziaria.

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